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Flow di Mihaly Csikszentmihalyi: riassunto e recensione

    “Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale” è il libro più famoso ed influente dello psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi. Pubblicato nel 1990, il libro di Csikszentmihalyi sintetizza per il grande pubblico decenni di ricerche sul concetto di “flow” (flusso in italiano), uno stato di coscienza in cui siamo totalmente immersi in un’attività. La teoria del flow di Csikszentmihalyi ha avuto un influenza enorme in molteplici settori di attività: dalla psicologia allo sport passando per la crescita personale. Essa è, infatti, citata in centinaia di libri che trattano di psicologia positiva, felicità e sviluppo personale.

    Tempo di lettura: 13 minuti

    La scheda del libro “Flow” di Csikszentmihalyi

    Flow - Cover English Edition
    La copertina dell’edizione originale di “Flow: The Psychology of Optimal Experience”

    Titolo italiano: Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale
    Titolo in inglese: Flow: The Psychology of Optimal Experience
    Anno: 1990 (USA), 2021 (Italia)
    Numero di pagine: 448
    Categoria: Psicologia e felicità
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    Per chi è “Flow” di Mihaly Csikszentmihalyi

    “Flow” sarà una lettura particolarmente utile per

    • le persone che vogliono sentirsi più felici nel loro quotidiano
    • chi vuole migliorare le proprie performance ed essere più produttivo
    • chiunque voglia vivere l’esperienza ottimale del flow

    La trama di “Flow”: il libro in un paragrafo

    Il Flow è una condizione particolare in cui siamo totalmente assorbiti in una determinata attività al punto da dimenticare noi stessi e diventare tutt’uno con quello che stiamo facendo. Essere nel flusso ci permette non solo di essere più felici ma anche più performanti. Sebbene esistano delle attività più congeniali al flow, ognuno di noi può cercare di avere più esperienze di flow nella propria vita.

    L’autore: Chi è Mihaly Csikszentmihalyi

    Mihaly Csikszentmihaly, autore di “Flow”, durante la sua famosa conferenza TED.

    Mihaly Csikszentmihalyi è uno psicologo ungherese mondialmente conosciuto per aver studiato e definito il concetto di flow. Ha conseguito una laurea ed un dottorato in psicologia negli Stati Uniti, paese in cui si trasferì definitivamente all’età di 22 anni. Nel corso della sua carriera si è dedicato allo studio della creatività, della felicità e ovviamente del flow. I suoi studi sull’argomento sono stati portati all’attenzione del grande pubblico dopo la pubblicazione di “Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale” (1990), il suo libro più conosciuto ed influente. La teoria del flow ha avuto un’influenza enorme in molteplici settori di attività: dalla psicologia allo sport passando per la crescita personale. E infatti viene citata in centinaia di libri che trattano di psicologia positiva, felicità e sviluppo personale.

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    Flow (riassunto in italiano): le idee principali

    In questo video e nell’articolo-riassunto troverai i principali insegnamenti del libro:

    IDEA #1 – Cos’è il flow: definizione

    Prima di tutto, vediamo cosa si intende precisamente per “Flow”. Csikszentmihalyi lo definisce in questo modo:

    “Flow: stato di coscienza in cui le persone sono così immerse in un’attività da dimenticare tutto il resto; l’esperienza è così piacevole che le persone la vivranno anche a caro prezzo, per il semplice gusto di viverla”.


    In altre parti del libro, l’autore spiega che quando entriamo in uno stato di “flow”, la mente ed il corpo sono in perfetta simbiosi e la nostra concentrazione è totale. Per questo motivo, l’autore definisce questa condizione l’esperienza ottimale.
    E spiega che aveva scelto il termine “flow” (in italiano flusso o corrente) perché veniva utilizzato spesso dalle persone per descrivere questa particolare condizione: ad esempio le persone intervistate da Csikszentmihalyi spiegavano che “mi sentivo come galleggiare” oppure “ero trasportato dalla corrente” o ancora “ero come in un flusso”.

    IDEA #2 – Il flow può farci sentire più felici

    Uno degli aspetti più interessanti dello stato di flow è che questa condizione permette di concentrarci totalmente sul momento presente e vivere un’esperienza estremamente appagante.

    Csikszentmihalyi spiega che una persona può rendersi felice o triste, indipendentemente dalle condizioni esterne, semplicemente cambiando il proprio stato di coscienza. È un’idea molto cara alla scuola della psicologia positiva e che possiamo trovare anche nello stoicismo, di cui avevo parlato nell’articolo dedicato alle Meditazioni di Marco Aurelio.
    Controllare i nostri stati d’animo ci permette di essere più felici. In questo senso, fare in modo di vivere delle esperienze di flow può avere un grande impatto sulla nostra felicità.
    Questo legame tra flow e felicità mi fa pensare ad un’idea che ho trovato nel libro “Più felice”. Il suo autore, Tal Ben-Shahar, ad un certo punto scrive:

    “la felicità non ha a che fare con il raggiungimento della vetta della montagna né con lo scalare senza meta attorno alla montagna; la felicità è l’esperienza di scalare verso la vetta”.
    Ed è proprio mentre scaliamo una delle nostre vette che possiamo vivere l’esperienza ottimale del flow.

    — Tal Ben-Shahar, “Più felice”

    IDEA #3 – Quando siamo nel flow siamo più produttivi e performanti

    Ma questa condizione mentale ha anche un altro grande interesse; lo stato di flow ci permette di essere così concentrati ed immersi nel nostro compito da farci raggiungere prestazioni di altissimo livello.

    L’esempio classico è quello dello sportivo che entra in una sorta di trance agonistica e riesce ad ottenere performance straordinario. O ancora quello del musicista che raggiunge uno stato di estasi mentre si esibisce dinanzi al suo pubblico. 

    Il flow può dunque influire sulla nostra produttività, sui nostri risultati e di conseguenza sui nostri successi.

    IDEA #4 – Le condizioni per vivere il flow

    Appurato il grande interesse di vivere dei momenti di flow, il passo successivo è chiedersi se possiamo fare qualcosa per entrare più spesso in questa particolarissima condizione mentale. Vediamo allora di cosa abbiamo bisogno per riuscirci.

    1 – Un’attività impegnativa che richiede delle particolari abilità

    Il flow è sempre legato ad uno sforzo fisico o mentale che possiamo compiere perché possediamo le competenze appropriate. In particolare, l’attività a cui ci dedichiamo non dovrebbe essere ne troppo facile, ne troppo difficile rispetto alle nostra abilità. Se troppo facile l’attività ci annoierà, se troppo difficile allora rischieremo di abbandonarla.

    2 – Una concentrazione assoluta in cui azione e consapevolezza si fondono

    Nel libro leggiamo che uno dei tratti distintivi del flow è che “le persone diventano così assorbite in ciò che fanno che l’attività diventa spontanea, quasi automatica; smettono di essere consapevoli di sé stessi come entità separate dalle azioni che stanno compiendo”.

    3 – Obiettivi chiari e feedback immediato

    Questo stato di concentrazione assoluta è raggiungibile quando i nostri obiettivi sono chiari. Un tennista, un giocatore di scacchi o un alpinista conoscono esattamente i loro scopi. Ed allo stesso tempo possono ricevere un riscontro immediato: il tennista potrà subito rendersi conto se il suo colpo è stato buono, lo scacchista saprà presto se la sua mossa lo sta portando verso la vittoria e l’alpinista può verificare in ogni momento se si sta avvicinando alla vetta.

    4 – Il sentimento di controllo

    Molte persone che parlano di esperienze di flow spiegano l’importanza del sentirsi in totale controllo della situazione. Un giocatore di scacchi, ad esempio, aveva raccontato all’autore di sentire di essere in completo controllo del proprio mondo.  Un ballerino afferma di non essere preoccupato dal fallimento o dalla paura di perdere il controllo. Naturalmente si tratta di persone che hanno sviluppato abilità così grandi da avere il sentimento di avere tutto sotto controllo.

    IDEA #5 – Le esperienze autoteliche

    Csikszentmihalyi spiega che uno degli elementi chiave delle esperienze ottimali è che esse sono autoteliche, un termine che deriva due parole greche: “auto” che significa se stesso e “telos” che vuol dire scopo. Un’attività autotelica, infatti, “si riferisce ad un’attività autosufficiente, ossia fatta senza aspettarsi un beneficio futuro, ma semplicemente perché essa stessa costituisce una ricompensa”. In altre parole, si tratta di un’attività che costituisce essa stessa uno scopo.

    Nel libro gli esempi di esperienza ottimali riguardano spesso la musica, lo sport, gli scacchi e la danza. Si tratta, infatti, di attività che sembrano essere state create per essere ottimali: le loro regole richiedono l’apprendimento di abilità specifiche, hanno obiettivi precisi, forniscono feedback e rendono possibile una forma di controllo su di esse. 

    In realtà, Csikszentmihalyi ci spiega che potenzialmente potremmo rendere ottimali anche altre attività. Non è semplice trasformare un’attività ordinaria in un esperienza di flow ma ognuno può migliorare la sua abilità di farlo.

    #IDEA 6 – Le personalità autoteliche

    Per riuscirci possiamo ispirarci alle persone che l’autore definisce guidate da una personalità autotelica. Ci sono, infatti, individui che sembrano riuscire a trasformare situazioni banali e persino traumatiche in esperienze ottimali. L’esempio più sorprendente riguarda le persone rinchiuse in prigione, come Eva Zeisel una ceramista che fu tenuta prigioniera per oltre un anno dalla polizia di Stalin. La Zeisel raccontò che era riuscita a conservare la propria salute mentale immaginando di creare dei reggiseni a partire dai materiali che aveva a disposizione, giocando a scacchi con sé stessa, tenendo delle conversazioni immaginarie in francese, facendo ginnastica e memorizzando delle poesie che lei stessa aveva composto. Lo stesso discorso vale per persone che vivono esperienze estreme come spedizioni polari o traversate oceaniche in solitario.

    Lo schema del flow nelle personalità autoteliche

    Questa persone sembrano seguire la schema del flow:

    • Per prima cosa, prestano attenzione ai minimi dettagli del loro ambiente, scoprendo le opportunità nascoste di azioni che rientrano nel ristretto limite di possibilità a loro disposizione
    • Poi stabiliscono degli obiettivi appropriati e seguono i propri progressi grazie ai feedback ricevuti dalle attività stesse.
    • E una volta raggiunto un obiettivo, ne stabiliscono un altro più impegnativo.

    Essere motivati dall’interno ci aiuta a raggiungere il flow

    Le personalità autoteliche sembrano animate da una sorta di individualismo inconsapevole che permette loro di dare il meglio in qualsiasi circostanza. La loro forza è che sono motivate dall’interno e non da condizione esterne. Ed hanno l’energia mentale e fisica per osservare i loro dintorni e cogliere le opportunità di agire.

    Csikszentmihalyi spiega che molte persone hanno la fortuna di nascere così. In realtà, l’ambiente e l’educazione ricevuta possono influire sulla nostra capacità di trasformare qualsiasi esperienza in ottimale.

    #IDEA 7 – Tutti possono avere più flow nella propria vita

    Anche se non nasciamo con una personalità autotelica, possiamo fare tesoro del concetto di flow. L’autore ci spiega che esistono dei modi in indurre questa particolare condizione psicologica. A questo punto, vorrei quindi darti qualche spunto per rispondere alla domanda come avere più flow nella nostra vita.

    • Se hai già vissuto quest’esperienza, allora dovresti dedicare più tempo all’attività che ti ha permesso e ti permette di entrare in uno stato di flow. Nel mio caso, so che dovrei dedicare più tempo alla scrittura ed in particolare a scrivere il mio primo libro.
    • Se invece non sei mai entrato in questo particolare stato mentale, puoi dedicarti a dei passatempi e a delle attività che per loro natura possono farti vivere un’esperienza ottimale. Potresti ad esempio imparare a suonare uno strumento musicale o dedicarti ad un nuovo sport. Personalmente, vivo uno stato di flow quando imparo a suonare un brano al pianoforte che non è né troppo facile né troppo difficile.
    • Puoi cercare di vivere il flow nel tuo lavoro: l’autore ci spiega che anche nel caso di lavori ripetitivi e tendenzialmente noiosi è possibile farlo. Il segreto è trovare degli stimoli interne che ci automotivano: un operaio potrebbe cercare di superare ogni giorno i propri record di produttività ed una cassiera al supermercato potrebbe scommettere sull’importo finale di una spesa dando un colpo all’occhio al carrello della persona. 

    Conclusione sul Flow

    Avendo la fortuna di vivere dei momenti di flow, non posso che spronarti a cercare di avere più esperienze di questo topo nella tua vita. Anche se non ti dedichi ad attività che si prestano particolarmente questa condizione, puoi di sicuro lavorare sulla tua abilità di entrare nel flusso. I vantaggi sono davvero notevoli: potrai sentirti più felice, più motivato, produttivo e performante.

    Approfondisci “Flow” (riassunto PDF)

    Ecco come approfondire “Flow” di Mihaly Csikszentmihalyi:

    Recensione di “Flow”

    A chi legge molti libri di crescita personale e psicologia non potrà sfuggire l’enorme impatto esercitato da questo libro che è citato da tantissimi autore. In ogni caso, “Flow” è un libro davvero molto interessante per chiunque si interessi ai temi della felicità e degli stati psicologici ottimali per raggiungere delle performance di alto livello. Nell’introduzione l’autore spiega che ha cercato di rendere il libro adatto al grande pubblico: devo dire che ci è riuscito solo in parte perché la lettura è a tratti molto impegnativa a causa della densità dei contenuti e dal livello di profondità delle riflessioni dello psicologo ungherese. È una lettura che mi sento di consigliare alle persone veramente interessate a questi temi.
    Ecco i voti della mia recensione a “Flow” di Mihaly Csikszentmihalyi:

    Utilità4.5 / 5
    Facilità di lettura4 / 5
    Rapporto tempo/benefici4.5 / 5
    Media4.3 / 5

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