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Vorrei averlo fatto: i 5 rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita

    “Vorrei averlo fatto” di Bronnie Ware è un best-seller internazionale che raccoglie le testimonianze di tante persone che, ormai consapevoli di essere sul punto di morire, ripercorrono la propria vita, raccontando in particolare cosa rimpiangono. Pubblicato nel 2012, il libro di Bronnie Ware è stato tradotto in 32 lingue e letto da milioni persone nel mondo. “Vorrei averlo fatto” ci aiuta a capire quali sono le cose veramente importanti nella nostra vita e soprattutto come prevenire eventuali rimpianti.

    Tempo di lettura: 13 minuti

    La scheda del libro “Vorrei averlo fatto” di Bronnie Ware

    La copertina di Vorrei averlo fatto italiano di Bronnie Ware
    La copertina di Vorrei averlo fatto italiano di Bronnie Ware

    Titolo italiano: “Vorrei averlo fatto. I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita”
    Titolo in inglese: “Top Five Regrets of the Dying: A Life Transformed by the Dearly Departing”
    Autore: Bronnie Ware
    Anno: 2021 (UK), 2012 (Italia)
    Numero di pagine: 280
    Categoria: Felicità
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    Link per acquistare il libro in inglese : https://amzn.to/3D5oD5l

    Per chi è “Vorrei averlo fatto” di Bronnie Ware

    Vorrei averlo fatto” è uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere o almeno conoscere.
    La sua lettura si rivelerà particolarmente utile per

    • chi vuole essere sicuro di non avere rimpianti quando sarà troppo tardi
    • le persone che vogliono capire ciò che è davvero importante nella vita
    • chiunque voglia vivere una vita più allineata con ciò che li rende davvero felici.

    La trama di “Vorrei averlo fatto”: il libro in un paragrafo

    L’idea alla base del libro “Vorrei averlo fatto” è molto bella: se vogliamo evitare di avere rimpianti nella vita, soprattutto nella sua fase finale, dovremmo prestare attenzione a coloro che alla fine sono più vicini di noi. Ascoltare una persona che si trova alle fine della propria vita può, infatti, aiutarci a prevenire eventuali rimpianti ed aiutarci a capire cosa è davvero importante nella vita. Dopo anni al fianco di tanti malati terminali, Bronnie Ware elenca, commenta ed analizza i 5 rimpianti più frequenti di coloro che sono sul punto di morire.

    L’autrice: Chi è Bronnie Ware

    Bronnie Ware, autrice di Vorrei averlo fatto
    Bronnie Ware, autrice del best-seller “Vorrei averlo fatto. I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita”.

    Bronnie Ware si è ritrovata per molti anni a lavorare nell’ambito delle cure palliative, occupandosi di assistere tanti malati terminali. La scrittrice australiana aveva notato che, sebbene le storie ed i percorsi di queste persone fossero diversi, i loro rimpianti erano abbastanza simili. Nel 2009 scrive allora sul proprio blog un articolo intitolato “Regrets of Dying” (Rimpianti di chi sta per morire): in seguito al grande successo dell’articolo, Bronnie Ware decide dunque di approfondire i temi dell’articolo scrivendo il libro “Vorrei averlo fatto” (2021).

    L’obiettivo era onorare la memoria di tutte le persone che si sono confidate con lei e permettere ad altre di non avere gli stessi rimpianti. In seguito, l’autrice ha scritto “Your Year For Change – 52 Reflections For Regret-Free Living” (2014) e “Bloom. A Tale of Courage, Surrender, and Breaking Through Upper Limits” (2017).

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    “Vorrei averlo fatto” (riassunto): le idee principali

    In questo video e nell’articolo-riassunto troverai i principali insegnamenti del libro ed in particolare l’analisi dei 5 rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita:

    RIMPIANTO #1 – Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non quella che gli altri si aspettavano da me

    Secondo l’autrice di “Vorrei averlo fatto”, uno dei rimpianti più frequenti tra i malati terminali di cui si era presa cura era quello di non aver vissuto in modo fedele a se stessi e di non aver preso le proprie decisioni liberamente.

    Prendiamo l’esempio di Grace, che nella vita aveva sempre fatto quello che gli altri si aspettavano da lei. Si era sposata molto giovane, aveva cresciuto i suoi figli e si era poi occupata dei suoi nipotini. Ma il suo matrimonio non era mai stato felice e Grace aveva trascorso molti anni sognando di vivere lontano da un marito sgradevole e dispotico che le aveva impedito di viaggiare e di godersi davvero la vita.


    Purtroppo non aveva mai avuto il coraggio di lasciare suo marito per non andare contro una sorta di dottrina della sua generazione, ossia che bisogna rimanere in un matrimonio costi quel che costi. Ed ora, ormai ottantenne e vicina alla fine, Grace si rende conto che a causa di una stupida convenzione sociale ha sprecato il suo tempo e ha rinunciato a vivere una vita felice.

    Cosa ci insegna questo rimpianto

    Questa storia deve insegnarci che non dovremmo mai agire pensando a ciò che gli altri si aspettano da noi. Ad esempio, un giovane deve certo ascoltare i consigli dei propri genitori, ma non dovrebbe scegliere i propri studi e orientarsi verso una carriera solo per accontentare suo padre e sua madre. E se dentro di noi sentiamo di dover cambiare qualcosa nella nostra vita, dovremmo avere il coraggio di farlo, anche se questo potrebbe deludere le aspettative di un’altra persona.

    RIMPIANTO #2 – Vorrei non aver lavorato così tanto

    Passiamo al secondo rimpianto più frequente, ossia “Vorrei non aver lavorato così tanto”. 

    Leggendo il libro ho potuto constatare che in quasi tutte le testimonianze possiamo ritrovare il rimpianto di non aver passato abbastanza tempo con le persone più care. Prendiamo ad esempio la testimonianza di John, un ottantenne gravemente malato che confida all’autrice di rimpiangere di aver lavorato così tanto. 

    John aveva lavorato sodo per tutta la vita e per ben 15 anni aveva rimandato la pensione. Ma un giorno, sua moglie Margaret si ammala gravemente. Aveva sognato per tanti anni il momento in cui suo marito avrebbe potuto passare più tempo con lei. Purtroppo questo momento non sarebbe mai arrivato perché dopo appena 3 mesi dalla scoperta della malattia, Margaret muore. John trascorrerà il resto della sua vita a sentirsi colpevole e soprattutto a rimpiangere di non aver trascorso più tempo con la sua amata compagna di vita, invece di dedicare tutto quel tempo al lavoro. 

    Cosa ci insegna questo rimpianto

    Possiamo, quindi, fare tesoro di questa testimonianza per evitare di avere un giorno lo stesso rimpianto. La nostra vita professionale è di sicuro molto importante. Ma a volte tendiamo a dare un peso eccessivo al nostro lavoro. Allora, dobbiamo renderci conto che, come recita una famosa citazione,

    “Nessuno sul letto di morte ha mai detto ‘Vorrei aver passato più tempo in ufficio'”.

    — attribuzione incerta (Harold Kushner o Paul Tsongas)

    All’opposto, tante persone rimpiangono di non aver trascorso più tempo con le persone importanti della loro vita.  È il caso per esempio di Phil Knight, il fondatore della Nike, che nella vita professionale ha avuto un successo strepitoso. Ma nella sua biografia “L’arte della vittoria”, Knight racconta di rimpiangere di non aver trascorso più tempo con i suoi 2 figli. E questo rimpianto diventa ancora più forte quando uno dei due figli muore in un incidente sportivo, perché Knight ri rende conto di non poter recuperare il tempo che non ha trascorso con il figlio.

    Personalmente adoro il mio lavoro e gli ho sempre dato un peso importante e probabilmente in alcuni momenti eccessivo. Con il tempo e grazie a libri come quello di cui parliamo oggi, ho capito che il lavoro non doveva schiacciare tutto il resto. In particolare non doveva farmi trascurare  le persone che amo e impedirmi di avere un po’ di tempo per me stesso e le mie passioni.

    L’insegnamento che possiamo trarre è che nella vita di tutti giorni dobbiamo sforzarci di dedicare del tempo alle persone a cui vogliamo bene e dobbiamo. Per riuscirci dobbiamo programmare le nostre giornate e settimane, in modo da avere lo spazio per passare del tempo di qualità con il nostro partner, i nostri genitori, i nostri figli, i nostri fratelli e sorelle ed i nostri amici.

    RIMPIANTO #3 – Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti

    Il terzo rimpianto più comune è Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti. Ci viene raccontato attraverso la storia di Jozsef, un 94enne che ormai prossimo alla fine della vita si rende conto di non essere riuscito a stabilire un vero legame con le persone che ama. Jozsef aveva lavorato sodo tutta la vita e non aveva fatto mai mancare nulla ai propri figli e alla propria moglie. E alla sua morte avrebbe lasciato loro tanti beni materiali. Il suo rimpianto è però di non aver espresso abbastanza i suoi sentimenti verso le persone che ama, al punto da sentire che nessuno di loro lo conosce realmente, nel profondo. Se potesse tornare indietro Jozsef passerebbe più tempo con moglie e figli, farebbe sentire loro il suo amore e trasmetterebbe qualcosa di più che dei beni materiali.

    Cosa ci insegna questo rimpianto

    Ci sono molte situazioni in cui non esprimiamo i nostri sentimenti. Un classico esempio è quando si creano dei conflitti tra genitori e figli che per anni si allontanano. Per poi rendersi conto più tardi di aver sprecato inutilmente degli anni preziosi. È un rimpianto comune quando ad esempio muore uno dei nostri genitori e anche in assenza di conflitti: in quel momento possiamo provare il rimpianto di non aver trascorso più tempo con la persona che abbiamo perso. 

    RIMPIANTO #4 – Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici

    Il quarto rimpianto menzionato nel libro è “Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici”. Potremmo pensare che si tratta di un rimpianto valido solo per la generazione dei nostri genitori e dei nostri nonni. Perché oggi, nell’era dei social e di Whatsapp e simili, è molto più semplice restare in contatto con i nostri amici.

    In realtà, se andiamo a scavare, questi strumenti sono certo un grande aiuto ma non ci impediscono di allontanarci dalle persone care. I social stimolano infatti delle relazioni superficiali: si, certo, siamo più aggiornati rispetto a quello che accade nella vita dei nostri amici, ma in ogni caso spesso non dedichiamo tempo per contattarli, farci una bella telefonata o magari a vedersi e condividere dei bei momenti insiemi.

    Bisognerebbe, dunque, sforzarsi di passare del tempo di qualità con i nostri amici… intendo quelli veri, quelli speciali. Come ogni tipo di rapporto, le amicizie vanno coltivate e nutrite.

    RIMPIANTO #5 – Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice

    Il quinto rimpianto citato è “Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice”.

    È un rimpianto molto interessante perché sottolinea qualcosa di cui sono fermamente convinto: essere felici è una scelta o almeno cercare di esserlo. Ad un certo punto del libro una delle pazienti dell’autrice le chiede quasi infastidita “Perché sei felice?”.
    La sua risposta mi sembra molto interessante e voglio riportarla qui:

    “Perché la felicità è una scelta. Una scelta che cerco di fare ogni giorno. Alcuni giorni non posso, proprio come nel tuo caso. Come te, ho avuto una vita difficile, in modi diversi, ma pur sempre difficile. Ma invece di soffermarmi su quello che non va e su quanto sia dura, cerco di trovare le cose belle ogni giorno e apprezzare il momento che sto vivendo quanto più possibile. Abbiamo  la libertà di scegliere su cosa concentrarci. Io provo di scegliere le cose positive (…)”.

    — Bronnie ware

    Cosa ci insegna questo rimpianto

    Personalmente, penso che essere felici non è una cosa semplice ma che molti non si pongono in modo esplicito questo obiettivo così importante. Alla fine tutti gli sforzi che facciamo ogni giorno dovrebbero servire ad un unico scopo: essere più felice.
    Se un’attività non serve a questo obiettivo diciamo supremo, allora forse non vale i nostri sforzi.

    Se leggi il mio blog, di sicuro ti interessa la crescita personale. Ora se analizziamo per bene, scopriamo che se stiamo compiendo questo percorso di miglioramento personale è perché vogliamo essere più felici.
    La vita è certo piena di problemi, di imprevisti e di cose che non ci piacciono. Ma esistono tanti modi per renderla più gradevole, più serena, insomma migliore.

    Ne parlerò di sicuro prossimamente nel mio podcast e sul mio blog, anche perché il tema della felicità e di come essere più felici è uno di quelli a cui mi sono maggiormente dedicato ultimamente. 

    Conclusione

    Come nota conclusiva, volevo spronarti a riflettere alla tua vita ed in particolare ai rimpianti che potresti avere un giorno. I 5 rimpianti citati possono fornirti un’ispirazione ma ognuno di noi avrà rimpianti specifici e personali.
    Dovremmo sforzarci di visualizzare noi stessi, anziani e cercare di capire se la vita che stiamo vivendo e le decisioni che abbiamo presto potrebbero creare dei rimpianti. Perché adesso siamo ancora in tempo per evitare di averne quando sarà troppo tardi.

    Recensione di “Vorrei averlo fatto”


    Bronnie Ware ha avuto un’idea estremamente brillante perché oggettivamente è molto interessante chiedersi quali sono i rimpianti più frequenti sul letto di morte. Con un’idea così potente, non stupisce che il libro sia diventato un best-seller internazionale. Purtroppo il libro non è totalmente all’altezza della sua idea originaria: le parti dedicate ai rimpianti e alle storie dei malati sono molto belle e si leggono con piacere. Un po’ meno interessanti alcune riflessioni e digressioni biografiche disseminate qua e là nel libro.

    Personalmente avrei preferito che la Ware si soffermasse di più sui rimpianti, magari allargando il numero di testimonianze. L’esperienza di lettura è, quindi, un po’ penalizzata da questi passaggi che occupano quasi la metà del libro. Ma l’autrice è così sincera e la sua intenzione sembra cosi nobile che le possiamo perdonare queste imperfezioni. In ogni caso, mi sento di consigliartene la lettura perché il libro spinge veramente a chiedersi se stiamo vivendo la vita che vorremmo e a evitare di avere rimpianti quando sarà troppo tardi.
    Ecco i voti della mia recensione a “Vorrei averlo fatto” di Bronnie Ware:

    Utilità5 / 5
    Facilità di lettura4 / 5
    Rapporto tempo/benefici4.5 / 5
    Media4.5 / 5



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