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Slow Productivity: sintesi e recensione

    Oggi ti parlo del libro Slow Productivity di Cal Newport attraverso cui l’autore americano ci presenta la filosofia della produttività lenta. Ero molto impaziente di leggerlo perché ho molto amato gli altri libri di Newport; in questo articolo ti racconterò se Slow Productivity ha soddisfatto le mie aspettative, oltre a spiegarti quali sono i suoi principali insegnagmenti.

    La scheda del libro Slow Productivity di Cal Newport

    Titolo italiano: Non ancora disponibile
    Titolo in inglese: Slow Productivity: The lost art of Accomplishment without burnout
    Autore: Cal Newport
    Anno: 2024 (USA)
    Numero di pagine: 244
    Categoria: Gestione del tempo, Produttività
    Link per acquistare/ottenere il libro :
    Amazon (versione originale)

    Per chi è Slow Productivity di Cal Newport

    Slow Productivity è un libro che consiglio a:

    • Freelance e liberi professionisti che si sentono troppo occupati e stressati per dedicarsi ai compiti più importanti;
    • Imprenditori, dirigenti, leader e manager che vogliono aumentare la creazione di valore all’interno della propria azienda;
    • Chiunque desideri scoprire un modello alternativo a quella della (pseudo)produttività estrema e a tutti i costi;

    La trama di Slow Productivity: il libro in un paragrafo

    Esiste un antidoto al modello di pseudo-produttività dominante che spinge le persone a rendersi perennemente disponibili e presenti su Slack, Zoom e simili. Si tratta del modello della “produttività lenta” che si articola in 3 semplici principi: 1) fai meno cose, 2) lavora a un ritmo naturale, 3) sviluppa un’ossessione per la qualità. L’approccio veloce sembra non funzionare per molti di noi: è giunto il momento di provare qualcosa di più lento e sostenibile.

    L’autore: Chi è Cal Newport

    Cal Newport - Deep Work
    Cal Newport, autore di “Deep Work” e di altri libri dedicati al tema della gestione del tempo
    e della produttività (come il recente “Slow Productivity”).

    Cal Newport, professore universitario e autore di successo, ha saputo ritagliarsi un ruolo di rilievo nel settore della gestione del tempo e della produttività, soprattutto grazie a Deep Work (2016) che rimane il suo libro più conosciuto e influente.

    I suoi primi libri How to win at College (2005), How to Become a Straight-A Student (2006) e How to become a High-School Superstar (2010) e So Good They Can’t Ignore You (2012) affrontano il tema del raggiungimento del successo in campo accademico e lavorativo.

    Da Deep Work (leggi la mia sintesi) in poi si è dedicato soprattutto a evidenziare l’importanza della concentrazione e della creazione di valore in un mondo sempre più distratto e connesso. Questi temi sono esplorati sotto angoli diversi nei libri Digital Minimalism (2019), A World Without Email (2021) e nel più recente Slow Productivity (2024).

    Slow Productivity (riassunto in italiano): le idee principali

    Ecco le idee e gli insegnamenti principali che possiamo ricavare dalla lettura di Slow Productivity di Cal Newport.

    La trappola della pseudo-produttività

    La filosofia della produttività lenta sfida l’idea che essere super impegnati e sempre connessi sia sinonimo di produttività. In questo senso la produttività lenta è un antidoto alla cosiddetta pseudo-produttività, un modello divenuto ormai dominante e che Cal Newport definisce in questi termini:

    ​”Pseudo-produttività: l’uso dell’attività visibile come principale metodo di approssimazione dello sforzo produttivo effettivo”.

    — Cal Newport

    Le persone che adottano il paradigma della pseudo-produttività sono impegnate a voler dimostrare di essere sempre molto occupate. Per questo rispondono rapidamente all’incessante flusso di email, si mostrano ben attive su Slack e simili oppure partecipano alle tutte le varie riunioni su Zoom, che dalla pandemia in poi si sono letteralmente moltiplicate. 

    Il grande problema della pseudo-produttività è che non solo non ci permette di concentrarci su ciò che è davvero importante, ma finisce anche per sovraccaricarci di lavoro, rischiando di condurci al burnout, ossia quello stato di esaurimento fisico e mentale di cui sempre più spesso si parla. 

    Il modello della produttività lenta

    La verità è che per molti di noi le ore di lavoro non sembrano mai abbastanza, per cui le nostre giornate assomigliano a una corsa contro il tempo in cui non riusciamo a ottenere risultati significativi e ci sentiamo esausti ed esauriti.

    Per fortuna, ci dice Newport, esiste e deve esistere un’alternativa: si tratta appunto della produttività lenta che nel libro viene presentato attraverso la seguente definizione:

    Produttività lenta: Una filosofia per organizzare gli sforzi nel lavoro intellettuale in modo sostenibile e significativo, basata sui seguenti tre principi:

    1. Fai meno cose.
    2. Lavora a un ritmo naturale.
    3. Sviluppa un’ossessione per la qualità.

    Andiamo a vedere in maggior dettaglio questi 3 principi partendo dal primo.

    Principio #1 – Fai meno cose

    “Cerca di ridurre i tuoi impegni fino al punto in cui puoi facilmente immaginare di realizzarli con il tempo a disposizione. Utilizza questo carico ridotto per abbracciare e avanzare pienamente nel piccolo numero di progetti che contano di più”.

    — Cal Newport

    Alla base di questa teoria c’è una constatazione: quando abbiamo troppe cose da fare, ci disperdiamo e non riusciamo a portare avanti i nostri compiti in modo efficace. All’opposto concentrarsi intensamente su un piccolo numero di compiti è obiettivamente un modo migliore per produrre risultati di valore.  

    Limita progetti, missioni e obiettivi giornalieri

    Per riuscirci Newport ci fornisce 3 strade: 

    1. Limitare le nostre missioni a 2 o massimo 3: nel mio caso le mie 2 missioni professionali sono far crescere la mia azienda MosaLingua e sviluppare questo progetto di divulgazione della crescita personale.
    2. Limitare i progetti per portare avanti le nostre missioni: in un dato momento non possiamo portare avanti troppi progetti per cui dobbiamo limitarci anche a questo livello
    3. Limitare il numero di obiettivi giornalieri: qui Newport è chiaro -> dovresti avere al massimo un progetto al giorno e un obiettivo/compito principale per quella giornata. A me capita anche di avere 3 compiti principali per la giornata: sono quelli che Leo Babauta chiama i Most Important Task o MIT (compiti più importanti) e a cui mi dedico generalmente al mattino. 

    Pilota automatico, fai lavorare di più gli altri e investi soldi per guadagnare tempo

    Nel libro troviamo poi una serie di idee per mettere in pratica il principio del fare meno cose. Tra di esse, vorrei menzionarne 3

    • Attivare il pilota automatico per alcuni compiti ricorrenti: ossia programmarli per un determinato momento della settimana e svolgere sempre in quel momento (per esempio pagare tutte le fatture il venerdì pomeriggio)
    • Fai lavorare di più gli altri: ossia quando qualcuno ti invia una mail o ti chiede di fare qualcosa, abituali a definire chiaramente obiettivi, scadenze e aspettative
    • Spendi soldi: a volte per ridurre la nostra lista di cose da fare, dobbiamo accettare di investire un po’ di soldi o delegando a qualcuno o utilizzando un servizio che ci aiuta a guadagnare tempo. Un esempio personale è l’abbonamento a ChatGPT Plus che mi aiuta molto in vari compiti che svolgo nel mio lavoro e che mi fa risparmiare di sicuro molto tempo.

    💡 A proposito di ChatGPT Plus, leggi il mio articolo L’impatto dell’intelligenza artificiale su crescita personale ed apprendimento

    Principio #2 – Lavora a un ritmo naturale

    Passiamo adesso alla definizione del secondo principio della produttività lenta:

    “Non affrettare il tuo lavoro più importante. Permetti invece che si sviluppi seguendo una tempistica sostenibile, con variazioni di intensità, in ambienti che favoriscono l’essere brillanti”.

    — Cal Newport

    Con questo principio, Newport ci invita ad adottare un ritmo di lavoro che sia sostenibile e ci permetta di raggiungere il nostro pieno potenziale. Lavorare sempre con con grande intensità non rispetta i nostri ritmi naturali e ha spesso un impatto negativo sulla nostra produttività e sui nostri risultati.

    Raddoppia le scadenze

    Nel libro troviamo varie proposte per lavorare a un ritmo naturale. Tra di esse, troviamo l’invito a raddoppiare le nostre presunte scadenze, perché in generale non siamo molto bravi a stimare in modo preciso il tempo necessario per finalizzare un compito o un progetto. Se raddoppiamo sistematicamente le scadenze stimate, allora possiamo portare a termine i nostri compiti in modo più tranquillo e rilassato. 

    Semplifica le tue giornate di lavoro

    Un altro suggerimento interessante riguarda la semplificazione della nostra giornata di lavoro. Il primo accorgimento per riuscirci è ridurre il numero di compiti da portare a termine ogni giorno. Newport suggerisce di ridurli di una percentuale compresa tra il 25% e il 50%. Il secondo trucchetto è ridurre il numero di appuntamenti nel tuo calendario seguendo una regola molto semplice: riunioni, chiamate e appuntamenti non dovrebbero occupare più della metà delle tue ore di lavoro. 

    Adotta un ritmo stagionale

    Un’altra strategia per lavorare in modo più naturale è adottare un ritmo stagionale, alternando periodi di grande intensità a periodi in cui i ritmi sono più blandi. Non è possibile lavorare 12 mesi all’anno con pari intensità di lavoro e Newport ci invita a prevedere dei momenti dell’anno in cui il nostro carico di lavoro è un po’ meno intenso.

    Devo dire che sono anni che metto in pratica questa strategia: il periodo più intenso dell’anno per me dura da inizio settembre a fine gennaio. Sono mesi in cui devo lavorare con ritmi molto intensi, sostenendo un grande carico di lavoro e una notevole mole di stress. È un periodo che ha anche i suoi lati positivi, si tratta di periodi in cui mi sento vivo e durante il quale amo affrontate le sfide e le responsabilità insite nel mio lavoro.

    A febbraio ho però sempre sentito il naturale bisogno di alzare un po’ il piede dall’acceleratore e riprendere un ritmo di lavoro più sostenibile. E senza sorprese sono mesi estremamente importanti per la mia attività perché non solo mi sento più rilassato e in equilibrio, ma è proprio durante questa sorta di bassa stagione che posso dedicarmi alla strategia, alla creazione di valore e a progetti a medio e lungo termine. Il minor carico di stress e l’assenza di scadenze impellenti mi permettono quindi di privilegiare il lavoro di qualità. 

    Pianifica anche il tempo per riposare

    E infine un suggerimento importante è quello di pianificare anche il tempo per riposare. Dopo un grande progetto o una scadenza importante, dovremmo mettere da parte dei giorni durante i quali possiamo riposare e/o dedicarci a qualcosa che non sia legato al lavoro. Un’idea potrebbe essere pianificare un fine-settimana o una mini-vacanza dopo aver portato a termine un grande progetto.

    Principio #3 – Sviluppa un’ossessione per la qualità

    Il terzo e ultimo principio della produttività lenta è 

    “Sviluppa un’ossessione per la qualità di ciò che produci, anche se questo significa perdere opportunità nel breve termine. Sfrutta il valore di questi risultati per ottenere sempre più libertà nei tuoi sforzi a lungo termine”.

    — Cal Newport

    Questo principio è un po’ come la colla che tiene unite tutte le componenti del paradigma della produttività lenta: per sviluppare un’ossessione per la qualità hai bisogno di rallentare e lavorare a un ritmo naturale. Non è possibile puntare sulla qualità quando siamo estremamente indaffarati. E per produrre risultati di qualità dobbiamo semplificare quanto più possibile la nostra attività e le nostre giornate lavorative. 

    L’equilibrio tra qualità e perfezionismo

    Nel libro, Newport risponde in anticipo a una possibile obiezione. Nel mondo della produttività, si sente ripetere spesso che “fatto è meglio che perfetto”, perché molte persone sono bloccate proprio dalla tendenza al perfezionismo.
    Ebbene, Newport spiega che è necessario trovare un equilibrio tra l’ossessione per la qualità e il perfezionismo, rispettando una semplice regola: darsi abbastanza tempo per produrre qualcosa di grandioso, ma mai concedersi un tempo illimitato.

    Lavoro su un progetto nel tuo tempo libero

    Nel libro troviamo anche qualche spunto più pratico per puntare tutto sulla qualità, come ad esempio lavorare su un progetto che ci tiene a cuore quando i figli vanno a letto. Newport cita l’esempio di vari scrittori che hanno scritto romanzi di successo proprio in questo modo (perché durante il giorno avevano un lavoro normale).

    Nel mio caso, ho già avuto modo di raccontare che ho scritto il mio libro IN CRESCITA: 52 appuntamenti per diventare la migliore versione di te quasi interamente tra le 5 e le 7 del mattino, quando i miei figli dormivano. In questo modo ho usato il momento della giornata in cui sono più creativo e non ho sottratto tempo alla mia famiglia e al mio lavoro. Il mio è stato un progetto molto ambizioso perché ho voluto racchiudere il meglio della crescita personale in un solo volume e non avrei potuto portarlo a termine senza una sorta di ossessione per la qualità.

    Lavora un giorno in meno a settimana

    Un altro consiglio per chi vuole realizzare un sogno come la scrittura di un libro o il lancio di un’attività extra è quello di lavorare un giorno in meno alla settimana, accettando di ridurre il proprio stipendio (quando possibile). In questo modo, quel giorno potrà essere dedicato al nostro progetto, senza obbligarci a lavorare la mattina presto o la sera.

    Conclusioni

    Nelle note conclusive del libro, Cal Newport spiega che uno degli obiettivi del suo libro è aiutare il maggior numero di persone possibile a liberarsi dalla morsa disumana della pseudo-produttività che sta conducendo e ha condotto moltissimi lavoratori sull’orlo dell’esaurimento e del burn-out. Un approccio più lento al lavoro sembra non solo fattibile ma anche auspicabile per migliorare i nostri risultati e avere vite più equilibrate e cariche di senso. 
    Il libro si conclude con un piccolo appello dell’autore

    “Abbiamo provato l’approccio veloce per almeno gli ultimi 70 anni. Non sta funzionando. È giunto il momento di provare qualcosa di più lento”.

    — Cal Newport

    Recensione de Slow Productivity di Cal Newport

    Adesso vorrei condividere la mio opinione su “Slow Productivity”. Si tratta di sicuro di una lettura interessante e che porta avanti un messaggio verso il quale tutti dovremmo essere più sensibili: se le nostre giornate sono troppo piene e ci sentiamo esausti, allora il paradigma della produttività lenta potrebbe essere una delle soluzioni.

    Ho detto potrebbe – ho usato il condizionale perché credo che non sia una soluzione applicabile per tutti. Newport è un professore universitario e uno scrittore e in generale le soluzioni che propone sono più adatte alle persone che svolgono lavori intellettuali o che hanno un certo controllo sul proprio tempo come imprenditori, manager, quadri, freelance, docenti ma anche tutti i cosiddetti creatori di contenuti.

    Nonostante in alcune parti abbiamo compiuto lo sforzo di includere anche esempi per le persone che hanno meno controllo sul proprio tempo, il libro appare un po’ troppo sbilanciato rispetto a persone che si trovano in situazioni simili a quelle dell’autore. Questo sbilanciamento traspare anche negli esempi e negli aneddoti riportati da Newport che vedono spesso come protagonisti scrittori o artisti e che risultano delle eccezioni rispetto alla maggioranza delle persone che hanno lavori più normali e devono confrontarsi con la complessità e le esigenze di sistemi complessi come le aziende.

    La mia esperienza personale

    Nel corso della mia carriera  ho potuto osservare io stesso le derive della pseudo-produttività, perché ho lavorato in una delle tante aziende dove era molto ben visto essere presenti oltre i normali orari di lavoro, indipendentemente dal fatto che ciò risultasse o meno in una maggiore produttività. Slow Productivity è dunque un libro che molti dirigenti e leader dovrebbero leggere al fine di ispirarsi per una politica aziendale che premi i risultati e la creazione di valore, piuttosto che dare l’impressione di essere occupati e disponibili.

    La mio opinione e il mio voto

    Per concludere, pur essendo una lettura stimolante e ricca di spunti utili, Slow Productivity è un libro che non mi sento di consigliare a tutti. Se pensi di avere un po’ di autonomia rispetto all’organizzazione del tuo tempo di lavoro, allora mi sembra una lettura necessaria e utilissima. Nel caso contrario, molti consigli saranno difficili da applicare e molte pagine di questo libro potrebbero creare più frustrazione che altro. 
    In questo caso, consiglierei di leggere e studiare un altro libro dell’autore, il famoso Deep Work che considero una pietra miliare tra i libri dedicati alla gestione del tempo.


    Ecco i voti della mia recensione di Slow Productivity di Cal Newport:

    Utilità3.5 / 5.0
    Facilità di lettura4.0 / 5.0
    Rapporto tempo/benefici4.0 / 5.0
    Media3.8 / 5



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