Sorprendente. Ecco il primo aggettivo che mi viene in mente quando penso a Open di Agassi. Sorprendente perché la biografia del famoso tennista americano si legge tutto d’un fiato e già dalle prima pagine riesce a catturare il lettore come se si trattasse di un romanzo. Sorprendente perché scritta benissimo grazie alla collaborazione con il premio Pulitzer J.R. Moehringer che ha magistralmente tradotto in forma scritta i pensieri ed i ricordi di Agassi. Sorprendente perché, nonostante in Open di Agassi il tennis ricopra un ruolo centrale, si tratta di un libro così appassionante che anche chi non si interessa al tennis (ed allo sport in generale) potrà apprezzarlo moltissimo.
Perché Andre Agassi in Open racconta prima di tutto uno straordinario percorso di vita da cui possiamo trarre tanti insegnamenti preziosi. Sotto questo punto di vista, “Open. La mia vita” non è solo la biografia di Agassi ma soprattutto un libro di crescita personale. Ed è per questo motivo che ti propongo il suo riassunto in italiano e la sua recensione.
Tempo di lettura: 11 minuti
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La scheda del libro Open di Agassi
Titolo italiano: Open. La mia vita
Titolo in inglese: Open: An Autobiography
Autore: Andre Agassi (in collaborazione con J.R. Moehringer)
Anno: 2009
Numero di pagine: 502
Categoria: Biografie, motivazione
Link per acquistare il libro in italiano: amzn.to/31PQAeh
Link per acquistare il libro in inglese: amzn.to/34aZuVn
La trama di Open di Agassi: il libro in un paragrafo
L’infanzia dominata da un padre ossessionato dal progetto di trasformare il piccolo Andre in un campione, i massacranti allenamenti, i primi tornei, le vittorie, le sconfitte, il rapporto conflittuale con i giornalisti, una calvizie tenuta nascosta per anni, la rivalità con Sampras, i retroscena del mondo del tennis, i due matrimoni (uno fallito con Brooke Shields e l’altro che dura tutt’oggi con la collega Stefi Graff), l’arrivo dei figli, il più volte rimandato ritiro. In Open Agassi si racconta con sincerità e senza filtri: una parabola sportiva ma soprattutto esistenziale a dir poco straordinaria.
Per chi è questo libro / riassunto
“Open di Agassi” è una lettura particolarmente adatta per
- tutte le persone che sentono di non avere la grinta e motivazione per realizzare grandi progetti
- chiunque voglia ottenere successo nel proprio settore
- gli appassionati di tennis naturalmente o coloro che amano le grandi imprese sportive.
L’autore: Chi è Andre Agassi
Andre Agassi è considerato uno dei più grandi tennisti della storia del tennis: nel corso della sua carriera ha collezionato 60 titoli ATP, 8 grandi slam, la medaglia d’oro alle Olimpiadi ed una coppa Davis. Agassi ha avuto una carriera altalenante in cui ha saputo più volte risollevarsi dopo una caduta. Amato e odiato allo stesso tempo dalla stampa sportiva, il grande tennista americano ha provocato scalpore con la pubblicazione della sua biografia ufficiale (Open. La mia vita), che permette di scoprire l’uomo dietro il tennista.
Le 7 lezioni di vita di Open di Agassi
Se oggi ti parlo della biografia di Agassi è perché la considero a pieno titolo un (interessantissimo) libro di crescita personale. Nonostante il tennis sia molto presente, mi sento di dire che il vero protagonista di Open non è tanto l’Agassi tennista ma l’Agassi uomo. Ed è da quest’ultimo che possiamo imparare 7 grandi lezioni di vita.
#1 – Puoi diventare il migliore anche se non ami quello che fai o addirittura lo odi
Sin dalle prima pagine dei libro, il lettore fa una scoperta sorprendente. Uno dei più famosi tennisti di tutti i tempi odia lo sport in cui ha primeggiato per anni (Agassi è stato per 101 settimane il n.1 del mondo).
Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi, non ci riesco.
Una delle grandi confessioni del libro è che non è Agassi ad aver scelto il tennis ma piuttosto il tennis ad aver scelto Agassi. O più precisamente è suo padre ad aver deciso sin da bambino che il tennis sarebbe stato il destino di Agassi. Il tennista americano ci offre la dimostrazione vivente che possiamo ottenere risultati straordinari anche se non amiamo il nostro lavoro. A volte abbiamo l’impressione che tutti i grandi geni, campioni o persone eccezionali abbiano successo perché amano ciò che fanno – ma non è sempre così e questo ci deve spingere a tentare di superarci anche se il nostro lavoro o le nostre attività non ci piacciono (al 100%).
E allora, a chi importa se odi il tennis? Tutta quella gente là fuori, tutti i milioni di persone che odiano ciò che fanno per vivere, lo fanno comunque. Forse il punto è proprio fare ciò che odi, farlo bene e con allegria. Odi il tennis, quindi. Odialo quanto ti pare, ma devi pur sempre rispettarlo e rispettare te stesso.
Alcuni passaggi mi hanno fatto pensare allo stoicismo ed in particolare a quell’amor fati (amore del proprio fato) che permetteva ai filosofi stoici di riuscire non solo ad accettare gli eventi avversi della propria vita ma addirittura a vederli sotto una luca positiva.
#2 – La pratica ed il duro lavoro sono più importanti del talento
Se Agassi ha raggiunto le vette del tennis mondiale è sicuramente perché si è allenato per migliaia e migliaia di ore sin da bambino. Suo padre aveva comprato la casa in cui abitavano a Las Vegas solo perché aveva lo spazio necessario per costruire un campo da tennis. Il piccolo Andre ci parla dello spaventoso “drago” installato nel suo campo da tennis personale: una macchina lancia palle creata dal suo papà per permettergli di allenarsi per ore ed ore ogni giorno.
Tutto ciò conferma la famosa teoria delle 10 000 ore, resa famosa da Malcom Gladwell. In Fuoriclasse (Outliers nell’edizione originale), il giornalista canadese ci offre svariati esempi per dimostrare che dietro gli straordinari risultati di alcune persone non c’è il talento (o almeno non solo) ma soprattutto tanta, tantissima pratica (stimata ad almeno 10 000 ore). Agassi si è sicuramente allenato ben più di 10 000 ore e leggendo il libro risulta chiaro che è proprio questo duro lavoro ad aver fatto la differenza. Si tratta di una lezione importantissima perché significa che possiamo raggiungere qualsiasi obiettivo se siamo disposti a fare i sacrifici necessari per raggiungerlo.
Papà dice che se colpisco 2500 palle al giorno, ne colpirò 17.500 alla settimana e quasi un milione in un anno. Crede nella matematica. I numeri, dice, non mentono. Un bambino che colpisce un milione di palle all’anno sarà imbattibile.
#3 – La forza mentale è tutto
Avevo sempre pensato che il tennis è uno sport in cui la mente ricopre un ruolo essenziale. La lettura di Open di Agassi me l’ha confermato appieno: in questo sport, gli atleti sono soli di fronte al proprio avversario. La forma fisica è sicuramente fondamentale per vincere ma la forza mentale sembra ricoprire un ruolo ben più importante. L’autore ci racconta tantissimo scontri tennistici ed è molto interessante leggere che molte volte Agassi riesce a battere avversari ben più forti di lui grazie alla grinta, alla determinazione o alla semplice voglia di vincere. In altre occasioni, il grande tennista subisce sconfitte enormi da atleti sconosciuti e chiaramente inferiori, solo perché c’è qualcosa che a livello mentale non va (come quando vive la crisi con la prima moglie Brooke Shields o quando il suo papà deve subire un’operazione delicata). Il messaggio è chiaro: qualsiasi sia l’attività a cui ci dedichiamo, la forza mentale è tutto e può fare tutta la differenza tra un successo ed un fallimento.
#4 – Non bisogna mai sottovalutare i nostri avversari
Da giovanissimo Agassi gioca contra un altrettanto giovane tennista di origine greca. Agassi lo batte facilmente, concludendo che questo Pete Sampras non ha un grande futuro dinanzi a sé. Grande errore di valutazione (o meglio di sottovalutazione): Sampras batterà Agassi tantissime volte tanto da diventare il suo più grande rivale. Mai sottovalutare i nostri avversari – farlo significa auto-condannarsi alla sconfitta o in ogni caso a grosse difficoltà. Questa lezione può essere estrapolata e trasferita al mondo del business o in maniera più generale alla vita (i nostri avversari non sono per forza persone in carne ed ossa, ma possono anche presentarsi sotto forma di problemi e avversità da affrontare).
#5 – L’avversario più duro da battere è te stesso
Parlando di avversari duri da battere, molti resoconti di tornei e partite importanti mi hanno colpito perché in molte occasioni Agassi sembra battersi contro se stesso più che contro chi si trova dall’altra parte del campo. Le nostre paure, le nostre ansie, la mancanza di fiducia possono spesso trasformarsi in avversari ben più duri da battere (rispetto ad avversari esterni). Possiamo qui collegarci alla lezione riguardante l’importanza della forza mentale. Quando dobbiamo affrontare una prova difficile nella vita, il primo avversario da battere è proprio in noi stessi perché a volte rischiamo di convincerci di non potercela fare oppure troviamo delle scuse per non agire e provarci.
#6 – I brutti sentimenti durano più di quelli buoni
Vincere non cambia niente. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente.
Quando Agassi arriva nell’Olimpo dei tennisti mondiali sembra non realizzare l’importanza del traguardo raggiunto. E neppure dopo incredibili imprese sportive, riesce a godersi il momento e sentirsi fiero di se stesso. Sotto questo punto di vista, credo che ad Agassi avrebbe giovato la lettura de Il potere di adesso di Eckhart Tolle, perché il tennista americano sempre essere spesso prigioniero di un tempo mentale in cui il presente d il futuro sono sempre protagonisti. Agassi non sembra mai capace di vivere nel presente ed è soprattutto per questo che le sconfitte sembrano più intense delle vittoria: il tennista americano rivive i suoi fallimenti e non riesce a superarli. La lezione che possiamo trarne è che nella misura del possibile dobbiamo evitare le sconfitte e le perdite: basti pensare a quanto sia importante evitare le perdite in ambito finanziario. La perdita di 10 000 euro in borsa provoca, infatti, sentimenti molto più intensi che il guadagno della stessa somma.
#7 – Aiutare gli altri è uno dei sentimenti più appaganti che possa esistere
Agassi non ha mai amato la scuola. E neppure le attività intellettuali. Eppure quando inizia a pensare di fare qualcosa per gli altri, decide di creare una scuola per aiutare i ragazzi che vivono in quartieri difficili. Le uniche pagine in cui Agassi sembra fiero di se stesso e dei risultati raggiunti sono quando racconta della scuola (o meglio delle scuole) che ha creato). Certo i trionfi nel circuito del grande slam e la medaglia d’oro alle olimpiadi sono risultati straordinari, ma l’uomo Agassi sembra più felice e realizzato quanto racconta di come ha deciso di aiutare gli altri. È un concetto che troviamo anche nei libri di Tony Robbins che insiste sul fatto che donare del tempo o dei soldi agli altri è in realtà un dono che facciamo a noi stessi. Dare agli altri e/o fare qualcosa per loro ci fa sentire incredibilmente bene. La lezione è quindi di pensare anche agli altri perché non ci permette di aiutare altre persone, ma ci può far sentire più felici.
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Conclusioni
Con la sua biografia, Agassi ci dimostra che dietro il suo grande successo, c’è tantissimo lavoro e tantissima fatica. La ricetta del successo di questo grande campione sembra essere quindi duro lavoro + forza mentale: e la lezione generale che possiamo ricavarne è che con questi due ingredienti, possiamo raggiungere qualsiasi risultato nella vita.
Come approfondire Open di Agassi
- Se vuoi leggere Open di Agassi, ecco il link per acquistare il libro in italiano: amzn.to/31PQAeh ed il link per acquistare il libro in inglese: amzn.to/34aZuVn
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Recensione di Open di Agassi
Open di Agassi è sicuramente un libro molto piacevole da leggere. Tanti sono i pregi di questa sorprendente biografia. Ci trasporta ed appassiona come un romanzo, è scritta benissimo e ci offre tante lezioni di vita da applicare per la nostra crescita personale (come abbiamo potuto vedere). Eppure non mi sento di consigliarne la lettura a tutti a causa di un piccolo grande difetto: la lunghezza del libro. 500 pagine sono davvero tante per un libro del genere: se i primi capitoli si fanno divorare, la parte centrale risulta un po’ pesante a causa dei troppi resoconti di partite… una parte che avrebbero dovuto sfoltire in fase di rilettura per rendere il libro più accessibile. Ma nonostante questo difetto si tratta di un gran bel libro che mi sento di consigliare agli appassionati di tennis ed ai lettori più allenati.
Ecco i voti della mia recensione:
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