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Le vostre zone erronee

    Le vostre zone erronee” è un libro di crescita personale e psicologia scritto nel 1976 da Wayne Dyer. Nel libro scopriamo che essere felici non è una faccenda complessa e che uno degli ingredienti fondamentali per avere una vita più felice ed appagante è liberarsi delle zone erronee, ossia da quei comportamenti autodistruttivi che inquinano la nostra vita e di cui spesso non siamo nemmeno consapevoli.
    “Le vostre zone erronee” ha il grande potere di aprirci gli occhi e di migliorare la nostra vita. Si tratta di uno dei libri di crescita personale più venduti di sempre (35 milioni di copie) ed in questa recensione troverai una rassegna delle 11 zone erronee illustrate dall’autore.

    Tempo di lettura: 26 minuti

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    La scheda del libro “Le vostre zone erronee”

    Le vostre zone erronee: cover in italiano
    La copertina dell’edizione italiana “Le vostre zone erronee” di Wayne Dyer

    Titolo italiano: Le vostre zone erronee. Guida all’indipendenza dello spirito
    Titolo in inglese: Your Erroneous Zones: Escape negative thinking and take control of your life
    Autore: Wayne W. Dyer
    Anno: 1976 (USA), 1977 (Italia)
    Numero di pagine: 239
    Categoria: Psicologia
    Link per acquistare il libro in italiano: amzn.to/2YGqRGT
    Link per acquistare il libro in inglese: amzn.to/3iaSsaS

    Per chi è “Le vostre zone erronee”

    Il libro di Wayne Dyer affronta ben 11 comportamenti autodistruttivi (le zone erronee del titolo) e può quindi rivelarsi una lettura molto utile per chiunque perché è probabile che ciascuno di noi si trovi o si sia trovato in almeno una delle zone erronee descritte dal libro.
    “Le vostre zone erronee” sembra però una lettura ancora più utile per

    • le persone che hanno poca autostima e che si paragonano costantemente a qualcuno che ha ed è più di loro
    • coloro che provano spesso sentimenti autodistruttivi come il senso di colpa, la preoccupazione, l’ira
    • tutti quelli che si sentono frustrati perché non riescono a vivere la vita che vorrebbero a causa di condizionamenti esterni (persone da cui dipendono psicologicamente, convenzioni, regole…)
    • chi ha un rapporto malsano con il presente e vive o troppo nel passato o troppo nel futuro.

    La trama di “Le vostre zone erronee”: il libro in un paragrafo

    Una zona erronea è un comportamento autodistruttivo e nocivo che ci impedisce di essere felici. Molti di noi sono intrappolati in una o più fasce psicologiche erronee, confrontandosi così con un ostacolo maggiore per il raggiungimento della propria felicità.
    Fortunatamente è possibile superare questi ostacoli e liberarsene, dapprima capendo per quale ragioni persistiamo in un comportamento che non ci rende felici. E poi adottando delle strategie che mirano ad eliminare le nostre zone erronee.
    Essere felici non è una faccenda complessa e l’autore del libro ci propone un metodo per raggiungere la felicità basato essenzialmente sul buon senso. Secondo Dyer, infatti, per essere felici bastano il lavoro sodo, il pensiero lucido, il buon umore e la fiducia in sé stessi.
    E ovviamente l’essere liberi dalle zone erronee del titolo.

    L’autore: Chi è Wayne Dyer

    Wayne Dyer, autore di Le vostre zone erronee
    Wayne Dyer, autore dei best-seller “di crescita personale “Le vostre zone erronee”, “Prendi la vita nella tue mani” e “Te stesso al 100%”.

    Wayne Dyer è stato uno psicologo americano, diventato famoso grazie ai suoi libri sulla crescita personale, letti da milioni di persone nel mondo. Il suo “Le vostre zone erronee”, pubblicato nel 1976, è considerato, infatti, uno dei libri di crescita personale più venduti di sempre (35 milioni di copie). Anche i successivi “Prendi la vita nella tue mani” e “Te stesso al 100%” sono diventati dei best-seller mondiali, facendo di Wayne Dyer uno dei grandi nomi dello sviluppo personale.

    Le vostre zone erronee

    Ecco le 11 strategie da applicare per abbandonare le vostre zone erronee:

    1. Controlla i tuoi stati d’animo
    2. Impara ad amare te stesso
    3. Non aver bisogno dell’approvazione degli altri
    4. Liberati dal passato
    5. Tieni lontano il senso di colpa e l’inquietudine
    6. Esplora l’ignoto
    7. Abbatti la barriera delle convenzioni
    8. Non cadere nella trappola della giustizia
    9. Smetti di rimandare a domani
    10. Dichiara la tua indipendenza
    11. Dici addio all’ira

    L’essenza della grandezza è la capacità di scegliere la realizzazione personale in circostanze in cui gli altri scelgono la follia.
    — Wayne Dyer

    Vediamo adesso più nel dettaglio le 11 zone erronee e relative soluzioni

    #1 – Controlla i tuoi stati d’animo

    Siamo abituati a pensare che non sia possibile controllare i nostri stati d’animo ed i nostri sentimenti. Le emozioni quali l’ira, la paura e l’odio ci sembrano quindi delle cose che capitano e che dobbiamo accettare.

    Nulla di più falso: i nostri stati d’animo  sono delle reazioni che noi stessi scegliamo di avere. Siamo noi a scegliere una determinata reazione e siamo noi a decidere come vogliamo sentirci in un determinato momento. 

    Possiamo dimostrare questa affermazione attraverso un sillogismo logico:

    • PREMESSA MAGGIORE: io posso controllare i miei pensieri
    • PREMESSA MINORE:  i miei stati d’animo discendono dai miei pensieri
    • CONCLUSIONE: io posso controllare i miei stati d’animo

    Questo sillogismo ci indica anche la via da seguire per controllare i nostri stati d’animo: agire sui pensieri che li precedono. In “Le vostre zone erronee”, scopriamo che una volta cambiati tali pensieri, osserverai emergere nuovi stati d’animo e compirai il primo passo per una maggiore libertà personale.

    #2 – Impara ad amare te stesso

    Da piccoli ci hanno insegnato che amare noi stessi è un male e abbiamo quindi associato questo sentimento all’egocentrismo ed alla presunzione. Il problema è che non possiamo amare gli altri se non iniziamo ad amare noi stessi.

    Amare è secondo l’autore “la capacità e volontà di permettere alle persone a cui si vuole bene di essere ciò che vogliono essere, senza insistenza e pretesa alcuna che esse diano soddisfazione”. Per amare gli altri per quello che sono, dobbiamo prima amare noi stessi. Se siamo sicuri di noi stessi, non vogliamo che gli altri siano come noi. La chiave per amare noi stessi è l’autoaccettazione. Ognuno di noi ha serie opinioni su sé stesso (spesso negative) e per autoaccettarci dobbiamo lavorare sulle immagini che ci siamo fatti di noi.

    Una delle prime cose da accettare è il nostro corpo: viviamo in una società in cui le donne sono spinte a rifiutare la loro bellezza naturale e devono accettare delle convenzioni sociali che sono continuamente veicolate dai media.

    Un altro aspetto su cui lavorare riguarda la nostra intelligenza: possiamo scegliere di essere brillanti quando e come vogliamo. Non esiste campo in cui siano le doti innate a determinare le nostre capacità: sono il lavoro e la pratica a renderci più capaci ed intelligenti.

    Molte persone invece si disprezzano e arrivano a pensare di essere poco intelligenti, rifiutando magari i complimenti oppure dando sempre il merito alla fortuna, ai propri geni o altro.

    Per iniziare ad accettarci dobbiamo imparare a dominare i nostri pensieri e cambiare comportamento. Ecco qualche spunto (tratta da “Le vostre zone erronee”) per aumentare autostima ed amore per sé stessi:

    • Accetta senza remore i gesti affettuosi dei tuoi cari
    • Al ristorante ordina pure ciò che piace senza sentimenti di colpa
    • Concediti un po’ di sonno o una passeggiata dopo una giornata di lavoro molto stancante
    • Mangia in modo più sano per volerti più bene
    • Impara a separare il tuo comportamento dal tuo valore: un errore al lavoro non dovrebbe mai farti dubitare del tuo valore

    Impara ad amare “la persona più bella, eccitante e stimabile che sia mai esistita: te stesso/a!”.

    #3 – Non aver bisogno dell’approvazione degli altri

    Un’altra zona erronea abbastanza comune consiste nell’esigenza di ottenere in ogni occasione l’approvazione degli altri. Se l’approvazione è diventato un bisogno per te, allora hai un grande problema. La tua vita sarà, infatti, colma di frustrazioni perché ogni volta che sentirai di non aver ottenuto l’approvazione di qualcuno, allora sarai infelice. Risulta chiaro che questo bisogno ci rende totalmente dipendenti dagli altri.

    È naturale incontrare regolarmente un po’ di disapprovazione perché non possiamo piacere a tutti o essere d’accordo con tutti. Le persone che vogliono essere sempre approvati accettano di non essere sé stessi e di sacrificare le proprie opinioni e idee.

    Questo bisogno di essere sempre approvati ha radici profonde perché ci è inculcato sin da bambini: “la nostra cultura insegna al bambino a contare quasi sempre sugli altri piuttosto che a usare il proprio giudizio”.

    Ma come liberarsi dalla “droga” del bisogno di approvazione? L’autore di “le vostre zone erronee” suggerisce qualche strategia per riuscirci:

    • Reagisci alle disapprovazione con frasi che iniziano con tu per rendere chiaro che la disapprovazione è un problema dell’altro e non tuo
    • Se una persona tenta di manipolarti trattenendo la propria approvazione, dillo chiaramente
    • Ringrazia la persona con cui sei in disaccordo per aver espresso un’opinione che può farti crescere: l’atto di ringraziare ti impedirà di cercare approvazione
    • Esercitati ad ignorare la disapprovazione
    • Accetta il fatto di avere le tue opinioni e che gli altri possono non capirti. Tu stesso non capisci ed approvi tutti e tutto
    • Se ti scusi troppo, cerca di eliminare l’abitudine di scusarti di continuo anche quando non hai bisogno di farlo.

    Non è semplice liberarsi da questa dipendenza psicologica perché da sempre siamo stati abituati ad aver bisogno di approvazione. Liberarsene richiede dunque molta pratica ma ne vale pena.

    L’immunità della disperazione di fronte alla disapprovazione è il biglietto d’ingresso a una vita di libertà personale fruita nel presente.
    — Wayne Dyer

    #4 – Liberati dal passato

    Per rispondere alla domanda “chi sei?”, molti di noi fanno riferimento al passato ed in particolare a quelle piccole etichette che abbiamo accumulato nel tempo. Sono nervoso, sono timido, dimentico tutto… il problema di queste etichette è che esse possono diventare un freno per la crescita.

    L’autore sottolinea 4 frasi nevrotiche dettate da quelle che definisce delle “autoconnotazioni distruttive”:

    1. Questo sono io
    2. Sono sempre stato così
    3. Non posso farci nulla
    4. È nella mia natura.

    Il problema di queste 4 frasi è che suggeriscono l’impossibilità di cambiare e crescere: quando usi queste frasi è come se aggiungessi implicitamente “…e intendo continuare come sono sempre stato”.

    Queste etichette e queste frasi nascono da qualcosa che hai appreso in passato. Per liberarti di queste auto-connotazioni devi in qualche sorta liberarti dal passato. Ecco qualche strategia per riuscirci:

    • Abolire la frase “Io sono fatto così”
    • Informare chi ti sta vicino che vuoi eliminare le etichette del passato
    • Stabilire degli obiettivi per iniziare a comportarti in modo diverso
    • Provare ad alimentare un’auto-connotazione al giorno
    • Dedicare un pomeriggio ad un’attività che hai sempre evitato ed in serata pensare se puoi ancora usare l’etichetta del passato

    In “le vostre zone erronee” leggiamo che siamo la somma delle nostre scelte e non dobbiamo mai nasconderci dietro un’etichetta o la nostra presunta natura: possiamo cambiare, migliorare e di conseguenze scegliere la strada delle crescita.

    #5 – Tieni lontano il senso di colpa e l’inquietudine

    “Nella vita, le due emozioni più futili sono il senso di colpa per ciò che è accaduto, e l’inquietudine per ciò che potrebbe accadere”. Si tratta degli estremi di una medesima fascia: il senso di colpa provoca una paralisi determinata da un comportamento passato, mentre l’inquietudine ti immobilizza per qualcosa che potrebbe o non potrebbe accadere e che in ogni caso non puoi controllare.

    Devi assolutamente liberarti da questi due sentimenti, perché che tu guardi indietro o avanti il risultato è lo stesso: stai buttando via il presente.

    Vi sono due giorni in una settimana di cui non mi preoccupo mai. (…) Uno di questi giorno è ieri… e l’altro del quale non mi curo è domani.
    — Robert Burdette

    Il senso di colpa

    Per quanto riguarda il senso di colpa, esiste una distinzione tra quest’ultimo e la capacità di imparare dal passato. Imparare dai propri errori è fondamentale e se ci serviamo del passato in questo senso allora siamo sulla buona strada per crescere. Ma spesso ci limitiamo a logorarci interiormente per qualcosa che abbiamo fatto, consumando energia e tempo nel presente in modo assolutamente futile. Il senso di colpa non può, infatti, cancellare ciò che già accaduto.

    Come tutti gli stati d’animo, anche il senso di colpa è frutto di una scelta: sentirsi in colpa è una scusa per evitare di correggere, schivare il cambiamento, sperare di ottenere il perdono o almeno l’approvazione degli altri.

    Ecco alcune utili strategie illustrate in “le vostre zone erronee” per eliminare il senso di colpa:

    • Iniziare a guardare al passato per quello che è: ossia qualcosa di finito ed immutabile
    • Chiederti cosa stai evitando nel presente attraverso il senso di colpa e affrontare finalmente quello che stai cercando di schivare
    • Assumere completamente il tuo carattere e le tue azioni, anche se sai che non saranno approvate da tutte le persone che ti circondano
    • Far capire a coloro che cercando di manipolarti attraverso il senso di colpa che sei capace di gestire il loro disappunto.

    Le preoccupazioni

    Non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi. Potremmo passare il resto della nostra vita a preoccuparci del futuro e questo non cambierebbe nulla. Ci preoccupiamo troppo del futuro, quando poi non esiste problema futuro che possa essere risolto dalle nostre ansie ed inquietudini. 

    L’autore punta il dito contro quelle inquietudini sterili che ci immobilizzano e bloccano nel presente: ovviamente è perfettamente normale e persino opportuno lavorare su progetti e strategie che ci permettono di evitare problemi e preoccupazioni future.In questo ultimo caso, è chiaro che stai affrontando delle preoccupazioni su cui puoi esercitare una forma di controllo. La maggior parte delle persone, invece, passa il proprio tempo preoccupandosi oltremodo per cose che sfuggono completamente al loro controllo: le crisi economiche, le guerre, le possibili malattie e via dicendo. Purtroppo, in quanto individui, abbiamo scarso controllo su queste cose.

    Per fortuna esistono strategie per liberarsi dalla inquietudine:

    • Considerare il presente come un insieme di momenti da vivere e che non puoi sprecare facendoti ossessionare dal futuro
    • Ammettere che preoccuparsi è inutile
    • Confinare il sentimento d’inquietudine a brevi momenti della giornata: se proprio devi preoccuparti, fissati dei limiti
    • Porsi la domanda “Qual è la cosa peggiore che potrebbe capitarmi e quali sono le probabilità che accada?”: in genere questa domanda sradica ogni inquietudine
    • Affrontare le tue paure con pensieri e reazioni produttive

    Per concludere, devi sforzarti di vivere nel presente senza sciuparlo a causa di pensieri paralizzanti sul passato e sul futuro.

    #6 – Esplora l’ignoto

    L’autore di “Le vostre zone erronee” ci spiega che la nostra società tende a spingerci troppo verso la sicurezza e la prudenza. Come scriveva Einstein: “La più bella esperienza che si possa fare è quella del misterioso”. È grazie all’esplorazione dell’ignoto e del misterioso che possiamo crescere e migliorare. Ma fin da piccoli i genitori e la scuola sembrano spingerci versi i terrene battuti, evitando ad ogni costo le strade meno sicure. Ecco un’altra barriera psicologica da abbattere: la paura dell’ignoto.

    Uno dei modi in cui essa si manifesta è la chiusura rispetto a nuove esperienze. Questo atteggiamento ci impedisce di cambiare perché il cambiamento è per definizione carico di incertezze. Se osserviamo la storia dell’umanità, molte delle persone dietro grandi progetti ed opere sono state dei pionieri nel loro campo: Leonardo, Galileo, Franklin, Beethoven, Churchill… Dobbiamo quindi essere aperti rispetto a nuove esperienze e spesso dobbiamo provare nuove cose per il semplice gusto di farlo (senza cercare buoni motivi).

    La rigidezza è un altro ostacolo da superare: i rigidi non crescono mai perché fanno tutto come lo hanno sempre fatto. Al contrario, dovremmo abbracciare di più la spontaneità perché ci permette di affrontare cambiamenti e migliorarci. Si può essere rigidi quando si ha sempre un programma: è una buona cosa pianificare e programmare a patto che si lasci un po’ di spazio e tempo per azioni spontanee. Il nostro programma non dovrebbe mai essere più importante di noi stessi.

    Tantissimi sono gli esempi di situazioni quotidiane la paura dell’ignoto ci paralizza: dal lavoro che non ci piace e che non abbiamo il coraggio di cambiare al matrimonio in crisi da anni ma che teniamo in vita per la paura di restare da soli, passando per tutti quei momenti in cui facciamo la scelta più comoda. 

    Per fortuna, esistono varie strategie per combattere questa paura immobilizzante:

    • Sperimentare regolarmente nuove cose, anche andato contro le nostre abitudini 
    • Invitare a casa persone con opinioni diverse tra loro (e dalle nostre)
    • Concedersi ogni tanto dei rischi, magari partendo in vacanza senza prenotare
    • Tentare di fare cose che hai sempre evitato per paura di non essere abbastanza capace
    • Ricordarsi che nulla di umano ci è alieno e possiamo essere tutto quello che vogliamo

    #7 – Abbattere la barriere delle convenzioni

    Nella nostra società esistono una serie di regole e convenzioni che tutti sentiamo di dover rispettare. La somma di questi doveri costituiscono una zona erronea molto ampia. Se per il senso di dovere facciamo cose che ci disturbano o sono controproducenti, allora significa che abbiamo rinunciato alla nostra libertà.

    In “Le vostre zone erronee” leggiami che per il 75% delle persone, i fattori esterni incidono più di quelli interni: ciò significa che queste persone considerano qualcosa o qualcuno al di fuori di loro come responsabili dei loro stati d’animo. Al contrario, per le persone interne la responsabilità dei propri stati emozionali è sempre all’interno di loro stessi. Convenzioni e consuetudini sono ovviamente tutte impostate da fonti esterne.

    Ad esempio, una persona che non riesce a dimagrire potrebbe dare la colpa alla dieta, alle persone che la circondano, al suo stile di vita, alla genetica e via dicendo. Solo ammettendo le propria responsabilità e spostandosi dall’esterno all’interno del problema, allora queste persone potranno davvero risolvere il proprio problema di peso.

    I fatalisti, i deterministi, coloro che credono nella fortuna, sono alla mercé del distributore automatico esterno.
    — Wayne Dyer

    Abbandonare le convenzioni è importante per il progresso ed il miglioramento: molti ti tratteranno da insubordinato, ma se vuoi pensare con la tua testa devi resistere alle convenzioni sociali. È il prezzo da pagare per decidere di essere come vogliamo noi, invece di essere come vogliono gli altri. Possiamo scegliere. 

    Ecco qualche strategia per liberarti dalle convenzioni:

    • Esaminare i propri comportamenti quotidiani per scovare quelli che adottiamo solo per dovere o abitudine.
    • Elencare le regole a cui ti conformi e che ti sembrano ingiustificate
    • Sbarazzarsi dei ruoli che assumi nella tua vita per dovere / convenzione
    • Spostare il centro della nostra attenzione dall’esterno all’interno dei problemi
    • Smettere di dare la colpa dei nostri problemi agli altri ed impegnarsi per produrre quel cambiamento che vogliamo ottenere. 
    • Cercare di sostituire i nostri supposti doveri con altri comportamenti ed abitudini

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    #8 – Non cadere nella trappola della giustizia

    Molto presto nella nostra vita dobbiamo confrontarci con l’ingiustizia. Spesso siamo tentati di combattere l’assenza di giustizia nel mondo, cadendo in un’altra zona erronea. Non è giusto è lo slogan dei rapporti che non funzionano: questa frase nasce dopo che ci siamo paragonati agli altri. Perché un altro ha più soldi di noi, perché lei è più bella di me, perché lui/lei ottiene risultati migliori dei miei a scuola o nella lavoro. Invece di pensare che una cosa è ingiusta, dovremmo dedicare quello che vogliamo davvero ed impegnarci a conseguirlo.

    La trappola della giustizia si manifesta in moltissimi modi:

    • Lamentarsi che altre persone guadagno di più di noi
    • Risentirsi quando gli altri la fanno franca per un’infrazione quando noi la paghiamo sempre
    • Usare spesso l’argomento del giusto e dell’ingiusto per spuntarla
    • Ricambiare tutti i favori o fare regali a chi ti ne ha fatti perché è giusto così
    • Dire che una cosa non è giusta ne confronti di un’altra persona, facendo dunque cose che preferiresti non fare.

    Per fortuna puoi abbandonare questa nevrosi della ricerca di giustizia elencando per esempio tutto quello che ti sembra giusto/ingiusto, ponendoti poi la dimanda se il tuo sdegno cambierà qualcosa. O ancora, liberandoti dal confronto con gli altri e dall’idea che devi agire in un determinato modo perché così fanno gli altri (o così si aspettano che tu faccia). Puoi anche arrivare a vietare la frasi “non è giusto” che puoi sostituire con “è peccato” oppure “avrei preferito che…”.

    #9 – Smetti di rimandare a domani

    Poche persone possono dire di non rimandare mai nulla. La procrastinazione è, infatti, un’altra zona erronea molto diffusa. Non è tanto l’atto di procrastinare il problema, ma piuttosto la nostra reazione emotiva che provoca immobilizzazione e nevrosi. Viviamo male  la procrastinazione perché in cuor nostro sappiamo che non dovremmo sempre rimandare. 

    Le tipiche frasi del procrastinatore sone “Spero che le cose si aggiustino”, “Vorrei che le cose andassero meglio” o a ancora “Può darsi che si metta bene”. Tutto questo sperare ed auspicare è solo una perdita di tempo: le cose accadono solo se ti impegni a farle accadere. Se rimandi al futuro, cerchi probabilmente di evadere dalla realtà. 

    Un’altra frase molto rivelatrice è “Aspetterò e si metterà bene”. In questo caso, l’inerzia diventa una strategia di vita che ci fa rimandare tutto ad un giorno che non potrà mai arrivare. “Le cose non si risolvono mai da sole. Se la tua vita è migliorata, è perché hai fatto qualcosa di costruttivo per renderla migliore”.

    Ecco le tecniche che il libro “Le vostre zone erronee” propone per smettere di rimandare a domani:

    • Decidere di vivere appieno cinque minuti per volta, concentrandoti sul presente e su quello che vuoi fare
    • Iniziare subito  a fare qualcosa che rimandi da tempo
    • Usare il cervello quando inizi ad annoiarti, ponendoti magari delle domande o facendo degli esercizi mentali. Decidi di dire addio alla noia
    • Stipulare una sorta di contratto con le persone a cui vuoi bene per rispettare gli impegni presi che hai sempre rimandato.

    #10 – Dichiara l’indipendenza 

    Un’altra zona erronea molto comune è la dipendenza psicologica. Si tratta di un rapporto che non permette di scegliere e che ci impone di essere quello che vogliono gli altri. Se in un rapporto sentiamo di dover soddisfare determinate attese e soddisfare ti provoca un malessere interiore, allora ti trovi pienamente nella zona erronea della dipendenza psicologica. Dietro questi rapporto, si nasconde il tuo bisogno di protezione ed approvazione che ti impediscono di essere come veramente vorresti.

    L’indipendenza psicologica presuppone il non avere bisogno degli altri.
    — Wayne Dyer in “Le vostre zone erronee”

    La dipendenza psicologica è molto presente nel rapporto tra genitori e figli. Se nel regno animale, i genitori hanno l’obiettivo di rendere i propri figli indipendenti il più presto possibile, negli uomini osserviamo comportamenti diversi. Molti genitori crescono i figli per dare senso alla propria vita e quando arriva il momento di separarsene scatta la tragedia. L’abbandono del nido dovrebbe essere un passaggio assolutamente naturale, ma molti genitori fanno sentire in colpa i propri figli o peggio inducono il timore che senza di loro i figli non potranno cavarsela.

    Ecco qualche strategia per liberarsi della dipendenza psicologica:

    1. Stilare una personale “Dichiarazione d’indipendenza” in cui stabilisci come intendi gestire ogni rapporto
    2. Spiegare a ciascuna delle persone verso cui ti senti dipendente che hai deciso di agire autonomamente
    3. Esporre il tuo stato d’animo ad una persona che sta tentando di dominarti psicologicamente
    4. Lasciare che la camera di tuo figlio sia davvero sua, ossia uno spazio in cui può sentirsi libero ed indipendente
    5. Concedersi la libertà di scegliere: se tu ed il tuo partner avete voglia di fare due cose diverse una sera, fatele e basta (non dovete sempre trovare un compromesso per fare una stessa cosa insieme).

    Il segreto di chi vive una vita appagante e ha rapporto felice con le persone che ama è l’indipendenza. Uscire dalla zona erronea della dipendenza psicologica diventa, dunque, fondamentale per la nostra felicità e per quella dei nostri partner e figli.

    #11 – Dici addio all’ira

    L’undicesimo ed ultimo comportamento auto-distruttivo analizzato da Wayne Dyer in “Le vostre zone erronee” è l’ira. SI tratta di una parte di noi che non ci piace e che non piace agli altri. Eppure ci arrabbiamo (troppo) spesso. Non è vero che adirarsi è umano. Non abbiamo assolutamente bisogno dell’ira, anzi si tratta di qualcosa di deleterio per la nostra serenità e soddisfazione. 

    Dietro l’ira si nasconde una reazione paralizzante che viviamo ogni volta che le nostre attese non vengono corrisposte.

    “L’ira è una scelta, oltre che un’abitudine”. Se il pazzo è colui non controlla i propri comportamenti, allora l’ira è una forma di pazzia. Arrabbiarsi non è solo inutile, ma anche debilitante, tanto sul piano fisiologico che psichico. Il primo passo per liberarti dall’ira è rendersi conto che non è normale arrabbiarsi e che non è l’unica reazione per sfogarti e liberarti dalle tue frustrazioni.

    Uno degli antidoti all’ira è la capacità di saper ridere, perché non puoi adirarti e ridere allo stesso tempo. “Ridere fa bene all’anima” e per questo dovremmo iniziare a prenderci meno sul serio: il senso dell’umorismo può diventare una potente medicina che ci permette di essere sempre di buon umore. Esistono poi altre strategie per dire addio all’ira:

    • Riconoscere che non sei tenuto ad arrabbiarti solo perché hai fatto sempre così e che esistono altre reazioni possibili
    • RImandare l’ira: invece di scattare ed arrabbiarti subito, concediti 30 secondi per posporre il sentimento. Pian piano ti renderai conti che puoi controllare l’ira e con la pratica eliminarla del tutto
    • Ricordare (quando sei adirato) che ciascuno ha il diritto di essere come vuole e che le tue pretese di essere come vuoi tu sono sterili e controproduttive
    • Tenere un diario dell’ira in cui annotare motivi, tempi e luoghi dei tuoi momenti di ira
    • Chiedere alle persone cha contano nella tua vita di fartela notare, dicendotelo o facendoti un segno convenuto
    • Cercare di controllarsi in situazioni che generano di frequente l’ira come un ingorgo stradale o il ritardo di un’altra persona.

    L’ira non serve a nulla ed è solo un ostacolo. Puoi non solo controllarla ma anche eliminarla completamente dalla tua vita: vedrai che quest’ultima migliorerà di molto.

    Conclusione su “Le vostre zone erronee”

    Eccoci alla fine di questo viaggio attraverso 11 zone erronee che ci impediscono di essere felici e vivere pienamente la nostra vita. Ciascuno di noi si riconoscerà vittima di solo alcuni di questi comportamenti autodistruttivi e potrà quindi concentrarsi su di essi per abbandonarli grazie alle strategie illustrate nel libro.

    Per motivarci a farlo, l’autore di “Le vostre zone erronee” chiude con il ritratto di una persona che ha eliminato le sue fasce psicologiche erronee. Si tratta di persone che

    • amano tutto della vita e non sciupano il tempo con i rimpianti
    • non hanno sensi di colpa e se hanno commesso errori, ne fanno tesoro per non ripeterli
    • non si preoccupano per il futuro e vivono appieno il presente
    • sono indipendenti e sebbene amino la propria famiglia di origine, non dipendono da essa
    • non hanno bisogno di essere approvati da altri: si sentono sani e appagati
    • sanno ignorare convenzioni e regole che non hanno senso
    • sanno ridere e far ridere e colgono il lato spiritoso di tutte le situazioni
    • si accettano per quello che sono e accettano il mondo per quello che è
    • prendono i problemi come un ostacolo da superare, senza dare la colpa a se stessi ed agli altri
    • sono energiche, motivate e curiose
    • sono loro stesse senza voler sembrare diverse
    • non hanno né eroi né idoli
    • amano se stesse e gli altri.

    Ancora una volta, possiamo scegliere di liberarci dalle nostre zone erronee ed essere proprio come queste persone. 

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    Le vostre zone erronee: copertina italiana

    “Le vostre zone erronee” è uno dei migliori libri di psicologia che mi sia capitato di leggere. Ne ho apprezzato molto il taglio pratico e la chiarezza di esposizione: tantissimi sono gli esempi tratti dalla vita quotidiana e altrettante le soluzioni che risultano alla portata di tutti.
    Il tono è molto amichevole e premuroso, tanto che alle fine del libro l’autore diventa quasi come un amico che ti da consigli e vuole sinceramente aiutarti. “Le vostre zone erronee” ha il grande merito di aiutarti ad analizzare dei comportamenti che, senza rendercene conto, ci impediscono di vivere la vita che vogliamo ed essere davvero felici e realizzati.

    Per ogni zona erronea, Dyer ci propone varie strategie per uscirne, pur sapendo che in alcuni casi ci vorranno grandi sforzi. In definitiva, si tratta di un libro prezioso ed unico che aiuta a vederci più chiaro dentro sé stessi e a migliorare le nostre relazioni genitori-figli, marito-moglie, tra amici e tra colleghi. Non mi stupisce affatto sia diventato un classico e sia stato letto da milioni di persone nel mondo. Consigliatissimo.
    Ecco i miei voti per “Le vostre zone erronee”:

    Utilità5 / 5
    Facilità di lettura5 / 5
    Rapporto tempo/benefici4.5 / 5
    Media4.8 / 5



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