Vai al contenuto

Il coraggio di non piacere: sintesi e recensione

    Un giovane insoddisfatto e infelice rende visita a un filosofo, convinto che la felicità sia alla portata di tutti. Ne nasce un dialogo che si articola nel corso di cinque notti: rispondendo alle domande del giovane uomo, il saggio filosofo gli rivela perché molte persone si sentono infelici, indicandogli poi il segreto per accedere alla vera felicità. 

    È in questo modo che si articola Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi & Fumitake Koga, il best-seller giapponese che ha conquistato oltre 10 milioni di lettori nel mondo, diventando un autentico fenomeno editoriale.

    Ma qual è il segreto che il filosofo svela al giovane per permettergli di essere finalmente felice? È proprio quello che vediamo oggi in questo articolo in cui ti propongo una sintesi dei punti principali del libro e una mia recensione.

    La scheda del libro Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi & Fumitake Koga

    La copertina dell’edizione italiana di Il coraggio di non piacere (De Agostini).

    Titolo italiano: Il coraggio di non piacere. Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità
    Titolo in giapponese: 嫌われる勇気 (Kirawareru Yūki)
    Autore: Ichiro Kishimi & Fumitake Koga
    Anno: 2013 (Giappone), 2019 (Italia)
    Numero di pagine: 284
    Categoria: Relazioni con gli altri, Psicologia, Autostima
    Link per acquistare/ottenere il libro :
    Amazon (versione in italiano)
    Il Giardino dei libri

    Per chi è Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi & Fumitake Koga

    È un libro che consiglio in modo particolare a:

    • persone insicure che cercano costantemente l’approvazione altrui
    • chiunque senta di dare troppo peso a ciò che pensano gli altri e tende paragonarsi sempre agli altri
    • chi ha poca autostima e vivere di un senso di inferiorità.

    La trama di Il coraggio di non piacere: il libro in un paragrafo

    Attraverso un dialogo tra un giovane e un filosofo, il libro esplora la psicologia di Alfred Adler, proponendo l’idea che non siamo controllati dai traumi del passato, ma piuttosto dal significato che attribuiamo a tali esperienze.

    Il saggio è convinto che il mondo sia un luogo semplice, in fondo, e che la felicità sia alla portata di tutti: basta vivere nel presente lasciando andare il passato e essere se stessi senza farsi condizionare dal giudizio o dalle aspettative degli altri. Il filosofo guida il giovane verso la comprensione di una grande verità: essere felici implica anche il coraggio di non piacere agli altri.

    Gli autori: Ichiro Kishimi & Fumitake Koga

    Ichiro Kishimi

    Ichiro Kishimi, nato nel 1956 a Kyoto, è un filosofo e psicologo giapponese specializzato in filosofia occidentale antica e psicologia adleriana.

    Ha tradotto in giapponese opere di Alfred Adler, come The Science of Living e Problems of Neurosis, e ha scritto numerosi libri, tra cui Introduction to Adlerian Psychology.

    Fumitake Koga

    Fumitake Koga, classe1973, è un autore giapponese di successo nel campo della saggistica e dei manuali di business.

    Ha scoperto la psicologia adleriana alla fine dei suoi vent’anni e ne è stato profondamente influenzato. Successivamente, ha fatto numerose visite a Ichiro Kishimi a Kyoto per approfondire questa disciplina.

    Il coraggio di non piacere (riassunto in italiano): le idee principali

    Ecco le idee e gli insegnamenti principali che possiamo ricavare dalla lettura di Il coraggio di non piacere. In alternativa alla lettura di questo articolo puoi ascoltare la versione podcast :

    IDEA #1 – Puoi scegliere di cambiare in qualunque momento

    Durante il loro primo incontro, il filosofo introduce il suo primo grande insegnamento: non sono le esperienze passate la causa dei nostri successi o fallimenti. Tutto dipende, invece, dal significato che attribuiamo a tali esperienze.

    Questa lezione, così come tutte le altre trasmesse dal filosofo al giovane in questo libro, si basa sulle teorie di Alfred Adler, che in un capitolo viene definito come il terzo gigante sconosciuto della psicologia moderna (insieme ai più famosi Freud e Jung).
    Secondo Freud, i traumi e le ferite psichiche di una persona provocano la sua infelicità presente.
    Adler rifiuta questo determinismo causato dal passato. Non siamo schiavi delle esperienze passate e non è il passato a determinare la nostra felicità o infelicità.

    In tal senso, siamo noi a scegliere come vivere. E persino l’infelicità è una scelta, come illustra il filosofo in una serie di passaggi alquanto provocatori:

    In una certa fase della vita hai scelto di essere infelice. Non perché tu sia nato in circostanze infelici o ti sia ritrovato in una situazione infelice, ma perché hai ritenuto che esserlo fosse idoneo per te.

    In un altro estratto troviamo quest affermazione:

    Se lo stile di vita non è una cosa con cui sei nato, ma che hai scelto personalmente, deve essere possibile sceglierlo di nuovo.

    Ora sono consapevole che questa citazione potrebbe causare irritazione e rabbia in molte persone che si sentono insoddisfatte e infelici. Ed è proprio la reazione del giovane che non riesce a comprendere e accettare questa idea.

    Tuttavia, questa visione ci fornisce un potere straordinario perché ci permette di capire che in ogni momento è possibile cambiare le cose. Nel libro leggiamo:

    Le persone possono cambiare in qualunque momento, a prescindere dall’ambiente in cui si trovano. Sei incapace di cambiare solo perché decidi di non farlo.

    Se ci riflettiamo su, questo passaggio è uno dei pilastri della crescita personale. Se non fossimo convinti di poter cambiare le cose e di poter agire per migliorare noi stessi e la nostra vita, allora non avrebbe senso stare per me essere qui a raccontarti queste cose e per ascoltarle. Non avrebbe senso leggere libri di crescita personale o cercare modi per essere più produttivi, felici, realizzati.
    Certo, è innegabile che alcune persone si portino dietro un bagaglio del passato abbastanza pesante, ma è altrettanto innegabile che l’unica via per alleggerire quel bagaglio e cambiare le cose è prendere in mano la nostra vita per cercare di essere più felice.

    IDEA #2 –  I problemi derivano tutti dalle relazione interpersonali

    Durante il secondo incontro, il filosofo spiega al giovane che tutte le nostre difficoltà nascono dalle relazioni con gli altri.

    Prendiamo il senso di inferiorità: non potremmo sentirci inferiori, se non ci fossero gli altri. Persino un dato oggettivo come la nostra altezza, è in realtà frutto di una valutazione soggettiva. Ricordo un mio caro amico di infanzia che soffriva parecchio perché era abbastanza basso. Il suo problema derivava dal confronto con gli altri, perché se non ci fosse stato nessuno con cui paragonarsi, non avrebbe avuto motivo di considerarsi basso.

    E fin qui il ragionamento non fa una grinza. Ma noi non viviamo soli su un’isola deserta, per cui molte persone soffrono di questo senso di inferiorità e ciò che dobbiamo capire è come risolvere questo problema.

    Prima di tutto, il senso di inferiorità non deve diventare un pretesto. Nel libro leggiamo

    Il complesso d’inferiorità è la condizione in cui si inizia a usare il senso d’inferiorità a mo’ di pretesto. Così si pensa: ‘Non sono molto istruito, perciò non posso farcela’, oppure ‘Non sono bello, perciò non mi sposerò mai’.

    L’adolescenza e la pubertà sono periodi di rapida riconfigurazione cerebrale… si tratta di uno dei periodi di crescita più importanti, secondo solo ai primi anni di vita.
    Le esperienze vissute durante l’adolescenza e la pre-adolescenza sono essenziali per il nostro sviluppo psichico e sociale: dovremmo quindi preoccuparci di queste esperienze e non lasciare che siano influencer e algoritmi a sceglierle per i nostri figli e nipoti. L’autore scrive che 

    “Lo sviluppo sano del cervello dipende dall’ottenere le giuste esperienze all’età giusta e nell’ordine corretto.”

    Per uscire da questa trappola, dobbiamo cambiare la nostra visione del mondo e capire che la vita non è una competizione. E che non dovremmo paragonarci con gli altri, ma solo con il nostro sé ideale.

    Anche questo è un concetto cardine della crescita personale, espresso molto bene da Jordan Peterson nel suo 12 regole per la vita: Confrontati con chi eri ieri invece di paragonarti a qualcun altro.
    E possiamo espandere la frase dicendo: confrontati con chi eri ieri e con la persona che vuoi diventare domani, con il tuo sé ideale, con la migliore versione di te stesso/a.

    IDEA #3 – Lascia stare i compiti degli altri

    Durante la terza notte, il filosofo illustra l’idea cardine di tutto il libro. Per essere felici, dobbiamo smettere di cercare l’approvazione degli altri. Molte persone hanno bisogno di soddisfare le aspettative degli altri e questo necessità condizione fortemente le loro vite. Nel libro leggiamo;

    Il profondo desiderio di approvazione sfocia in una vita passata a seguire le aspettative di chi vuole che tu sia un certo tipo di persona. In altre parole, getti via il tuo vero io e vivi la vita di altri.

    Qui, un concetto centrale è la divisione dei compiti, cioè saper distinguere tra ciò che è sotto il nostro controllo e ciò che appartiene agli altri. È un’idea molto vicina alla dicotomia del controllo di cui ci parlavano per esempio il filosofo stoico Epitteto.

    💡 Leggi il mio articolo sul Manuale di Epitteto per approfondire il concetto di dicotomia del controllo e altri insegnamenti dello stoicismo.

    Non è mio compito farmi approvare dagli altri. Non possono controllare come, gli altri giudicheranno le mie azioni. Il mio compito è vivere la vita che voglio, soddisfare le mie aspirazioni e cercare di essere felice.
    Se ci convinciamo che piacere agli altri non è nostro compito, allora la nostra vita diventerà più semplice e leggera.

    Tuttavia, è un processo tutt’altro che semplice e che richiede tanto coraggio. Ce lo spiega ancora una volta il filosofo:

    Forse è più facile soddisfare le aspettative altrui, perché così si affida la propria vita agli altri. Per esempio, percorri la strada spianata dai tuoi genitori. Anche se ci sono molte cose cui potresti obiettare, finché rimani su una strada già tracciata non ti smarrisci. Se invece scegli da solo, è normale che ogni tanto ti smarrisca. Ti scontri con il muro del “come bisogna vivere”.

    Il segreto per un vita felice secondo Alfred Adler, Ichiro Kishimi e Fumitake Koga

    In altre parole, il ragionamento è il seguente:

    • Cercare l’approvazione degli altri è una scelta di comodo perché spesso è molto più semplice far scegliere ad altri, che prendere in mano la nostra vita e decidere come vogliamo viverla;
    • Ci vuole infatti tanto coraggio per decidere “come bisogna vivere”, un coraggio che potremmo definire il coraggio di essere felici;
    • E spesso per essere felici, dobbiamo fare i conti con l’eventuale disapprovazione degli altri; in questo senso Il coraggio di essere felici sottintende il coraggio di non piacere.

    Questo è il segreto che il filosofo svela al giovane e a tutti lettori. Che poi non è tanto un segreto, perché Il coraggio di non piacere è proprio il titolo del libro.

    C’è tanta verità in questa visione delle cose. In passato, ho parlato del libro Vorrei averlo fatto. I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita”.
    Ebbene, secondo Bronnie Ware, autrice del libro, uno dei rimpianti più frequenti tra i malati terminali di cui si era presa cura era quello di non aver vissuto in modo fedele a se stessi e di non aver preso le proprie decisioni liberamente. In altre parole, di non aver avuto il coraggio di vivere la vita che volevano davvero, magari facendo i conti con la disapprovazione degli altri. 

    IDEA #4 – Non sei il centro del mondo

    Molte persone credono di essere il centro del mondo. Cercano l’approvazione degli altri, ma la verità è che agli altri non importa tanto di come siamo e di quello che facciamo.
    Lo spiega anche Dale Carnegie nel suo Come trattare gli altri e farseli amici: le persone sono interessate a loro stesse e non a te. 

    Per cui non ha senso, cercare di continuo la loro approvazione oppure sentirsi in competizione con gli altri: a quasi nessuno frega nulla.
    Quando iniziamo a vedere gli altri non come concorrenti ma come compagni, allora possiamo iniziare a provare un desiderio di condivisione verso gli altri e vedere la società come una comunità in cui ciascuno può contribuire e portare valore. E la sensazione di portare dei vantaggi alla comunità può ci fa sentire che valiamo e aumenta la nostra autostima.

    IDEA #5 – Vivere davvero nel presente

    Duranta la quinta e ultima notte, il filosofo svela al giovane la menzogna vitale più grande di tutte, ossia evitare il presente.
    La vita esiste, infatti, solo nel momento presente, e rimuginare sul passato o proiettarsi costantemente nel futuro ci allontana dalla felicità. Nel libro leggiamo:

    “Finora hai voltato le spalle al presente, puntando la luce soltanto su passati e futuri inventati. Hai raccontato una grossa menzogna tua vita, a questi momenti unici. Perciò getta via la menzogna vitale e non aver paura di puntare il riflettore sul presente.

    Anche questo è un leit-motiv che ritroviamo in tanti libri di crescita personale: basti pensare a Il potere di adesso o Il miracolo della presenza mentale”. E io stesso ho dedicato un intero capitolo del mio libro IN CRESCITA: 52 appunamenti per diventare la migliore versione di te a questo fondamentale tema.

    Questo insegnamento chiude in un certo modo il cerchio e si collega a quelli precedenti: ognuno di noi può decidere in questo preciso istante di cambiare e di dare un senso alla propria vita. Dovremmo vivere il presente come una danza e assumerci la responsabilità di questa danza. Non è necessario competere con gli altri o avere una destinazione precisa, perché di sicuro arriverai da qualche parte.

    In altre parole, dobbiamo agire perché è solo agendo che possiamo cambiare. Il filosofo spiega che, studiando il pensiero di Adler, ha capito una cosa: il potere delle persone è grandissimo. Nessuno può cambiare le cose al nostro posto, ma se noi decidiamo di cambiare, allora tutto il mondo attorno a noi cambia.

    Recensione di Il coraggio di non piacere di Ichiro Kishimi & Fumitake Koga

    Passiamo adesso alla mia recensione di questo volume che è di sicuro interessante perché è incentrato attorno a un problema alquanto diffuso: l’ossessione di voler piacere agli altri. È una fissa che è alla radice di vari comportamenti tossici, come paragonarsi di continuo ad altre persone, farsi mille paranoie su quello che gli altri potrebbero pensare, farsi condizionare da chi ci circonda, sentirsi inferiori e avere poca autostima. Non mi stupisce, dunque, che il messaggio centrale del libro abbia trovato risonanza in molte persone: Il coraggio di non piacere spiega in modo semplice e efficace che dovremmo iniziare a fregarcene del giudizio degli altri e vivere la nostra vita. Anche perché, aggiungo io, ne abbiamo una sola e non possiamo sprecare tempo prezioso cercando l’approvazione altrui o peggio facendo scelte influenzate da altri.

    Un aspetto che merita di essere sottolineato è l’espediente letterario di mettere in scena un dialogo tra un filosofo e un giovane, che si colloca nella scia della tradizione filosofica inaugurata da Platone con i dialoghi di Socrate.
    Molti lettori potranno quindi identificarsi con il giovane e le sue domande e perplessità. Questa forma dialogica però potrebbe non piacere a quelle persone che (come il sottoscritto) amano uno stile più sintetico: ci sono, infatti, varie ripetizioni e qualche lungaggine di troppo. 
    Un altro merito del libro l’aver fatto conoscere al grande pubblico il pensiero dello psicologo austriaco Alfred Adler, molto meno mainstream di Freud e di Jung.

    Tutti questi meriti spiegano il successo straordinario del libro? Lo ricordo, oltre 10 milioni di copie vendute… sono tante! Non ne sono sicuro sinceramente.

    È di certo un buon libro che offre tanti spunti di riflessione su come essere più felici, ma non lo consiglierei a tutti, perché secondo me lì fuori ci sono persone infelici per motivi diversi (per esempio condizioni di povertà, grossi problemi di salute, traumi gravi e profondi). Costoro potrebbero quindi sentirsi traditi dalla promessa ambiziosa del sottotitolo: Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità.

    In definitiva, Il coraggio di non piacere può essere una fonte di ispirazione per chi cerca di vivere una vita più autentica e libera dai condizionamenti esterni e del passato. Tuttavia, non rappresenta la panacea per tutti i tipi di infelicità e insoddisfazione.

    Ecco i voti della mia recensione di Il coraggio di non piacere:

    Utilità4.0 / 5.0
    Facilità di lettura4.0 / 5.0
    Rapporto tempo/benefici4.0 / 5.0
    Media4.0 / 5



    Scopri il mio libro

    Clicca sull'immagine o su questo link per avere maggiori dettagli sul mio libro.

    Scopri il mio libro - FOOTER


    Seguimi su Instagram

    Su Instagram condivido dei consigli e contenuti esclusivi che non potrai trovare altrove: Seguimi su Instagram




    Abbonati al mio canale YouTube

    Guarda o ascolta i video che pubblico regolarmente su Youtube: sintesi di libri di crescita personale e strategie per migliorare la tua vita Abbonati al mio canale YouTube


    Ricevi risorse gratuite


    Migliora te stesso/a e la tua vita

    Ciao sono Luca! 2 volte al mese condivido le migliori idee e strategie di crescita personale per aiutarti a migliorare
    Iscriviti gratis alla mia newsletter per ricevere riassunti di libri, podcast e tanti spunti per la tua crescita.

    Cliccando su "Voglio i riassunti", accetto l'informativa sulla privacy del sito.
    Niente spam o mail inutili. Hai la mia parola d'onore.


    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *