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Accelerazione e alienazione: sintesi recensione

    Accelerazione e alienazione è un libro di Hartmut Rosa che esplora l’impatto dell’accelerazione sui nostri ritmi di vita. Si tratta di uno dei temi ricorrenti delle opere del filosofo e sociologo tedesco.
    In questo articolo ti propongo una sintesi e recensione di uno dei suoi libri più influenti e conosciuti.

    La scheda del libro Accelerazione e alienazione di Hartmut Rosa

    La copertina di “Accelerazione e alienazione”, la cui versione italiana è edita da Einaudi.

    Titolo italiano: Accelerazione e alienazione: Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità
    Titolo originale: Alienation and Acceleration: Towards a Critical Theory of Late-Modern Temporality (pubblicato in inglese)
    Autore: Hartmut Rosa
    Anno: 2010 (Germania), 2015 (Italia)
    Numero di pagine: 135
    Categoria: Sociologia, Filosofia
    Link per acquistare/ottenere il libro : Amazon (versione in italiano)

    Per chi è Accelerazione e alienazione: recensione di Hartmut Rosa

    È un libro davvero molto interessante che consiglio in modo particolare a:

    • persone che sentono di correre troppo
    • chiunque voglia capire perché nella nostra società tutto è così rapido
    • chi ama i libri che analizzano l’impatto dei cambiamenti tecnologici e sociali sulle nostre vite.

    La trama di Accelerazione e alienazione: recensione: il libro in un paragrafo

    Viviamo nell’era dell’accelerazione. La nostra vita è una corsa contro il tempo, in cui siamo costretti ad essere sempre più veloci. Questa corsa inizia già pochi secondi dopo il risveglio: corriamo per andare a lavoro e per alcuni di noi accompagnare in tempo i nostri figli a scuola, corriamo per portare a termine i nostri compiti professionali nel minor tempo possibile, corriamo per tornare a casa e occuparci dei vari incarichi domestici e, in modo più sorprendente, corriamo persino nel poco tempo libero che ci rimane durante la settimana o il week-end.
    Il risultato è che molte persone si sentono esauste, alienate, sconnesse rispetto alla realtà e gli altri, infelici e in alcuni casi depresse. Ma come siamo caduti nella trappola dell’accelerazione permanente e quali sono gli impatti sulla nostra vita?

    L’autore: Hartmut Rosa

    Hartmut Rosa

    Hartmut Rosa è un sociologo, filosofo e docente presso l’Università Friedrich-Schiller di Jena, noto per i suoi studi sulla modernità e il tempo sociale.

    Nel suo lavoro più celebre, Accelerazione e alienazione (2013), Rosa sviluppa la sua teoria dell’accelerazione sociale, esplorando come il ritmo crescente della vita contemporanea influenzi le relazioni umane e il benessere. Successivamente, amplia la sua ricerca con Risonanza e vita buona (2022), in cui indaga come trovare connessioni significative in un mondo dominato dall’accelerazione. Oltre ai suoi studi accademici, Rosa ha scritto saggi che hanno influenzato profondamente il dibattito sulla qualità della vita nella modernità.

    Accelerazione e alienazione: recensione (riassunto in italiano): le idee principali

    Ecco le idee e gli insegnamenti principali che possiamo ricavare dalla lettura di Accelerazione e alienazione. In alternativa alla lettura di questo articolo puoi ascoltare la versione podcast:

    IDEA #1 – L’accelerazione del ritmo di vita

    Secondo Hartmut Rosa, dalla rivoluzione industriale in poi siamo entrati nell’era dell’accelerazione: è una spirale senza precedenti che nasce dalla convergenza di 3 tipi di accelerazione: l’accelerazione tecnologica, l’accelerazione dei mutamenti sociali e l’accelerazione del ritmo di vita. È proprio su quest’ultima che vorrei soffermarmi oggi.
    Nelle società occidentali moderne esiste una vera e propria carestia di tempo che ci porta ad avere l’impressione che il tempo a nostra disposizione sia sempre più limitato. Nel suo brillante volume “Accelerazione e alienazione” Hartmut Rosa scrive:

    A un primo sguardo questa fame di tempo sembra del tutto paradossale se pensata in rapporto all’accelerazione tecnologica. Questa categoria è l’accelerazione del ritmo di vita (…). La si può definire come un aumento del numero di singole azioni o esperienze in un’unità di tempo, cioè la conseguenza del desiderio o del bisogno percepito di fare più cose in meno tempo.

    Questa accelerazione della velocità della vita ha varie conseguenze per noi: 

    1. La prima è che consideriamo il tempo come qualcosa che scarseggia, siamo perennemente di fretta e sentiamo tutto il peso di questa continua mancanza di tempo che ci crea ansia e stress.
      È per questo che ci arrabbiamo quando qualcosa ci rallenta: il traffico, la coda al supermercato, una connessione internet che funziona male, un figlio che fa colazione troppo lentamente e rischia di farci arrivare tardi al lavoro…
      La lentezza ci crea frustrazione… perché sentiamo di non andare abbastanza veloci, di farci rubare il nostro tempo e di conseguenza la nostra vita.
    2. Una seconda conseguenza è che molte persone cercano di fare più cose in minor tempo… si mangia nei fast food, per incontrare le persone ci si affida allo speed dating e a Tinder, se ci viene sonno nel pomeriggio i power naps di 15 minuti hanno preso il posto della classica pennichella…
      In generale, molti studi dimostrano che tendiamo a mangiare più in fretta, dormire meno tempo e parlare più di rado con i nostri cari rispetto a quanto facevano i nostri genitori e nonni. 
    3. E terza importante conseguenza, la società ha tendenza a comprimere azioni ed esperienze, riducendo le pause e/o facendo più cose contemporaneamente usando il famigerato multitasking.

    IDEA #2 –  Il paradosso della modernità: l’accelerazione tecnologica non ci regala più tempo

    Tutti questi fenomeni evidenziano una situazione paradossale. L’accelerazione tecnologica dovrebbe regalarci più tempo, perché riduce il tempo che ci occorre per compiere ogni giorno determinate azioni. L’esempio più lampante riguarda i trasporti e la possibilità di raggiungere posti che distano migliaia di chilometri in poche ore.

    Abbiamo osservato questa paradosso in particolare con l’introduzione della posta elettronica. Si dice spesso che scrivere un’e-mail è due volte più veloce che scrivere una lettera. Per cui se in passato impiegavamo due ore di lavoro per occuparci della corrispondenza, oggi dovremmo impiegarci un’oretta (a parità di numero di messaggi inviati e spediti).

    La realtà è che con la posta elettronica il numero di messaggi che spediamo e riceviamo è aumentato in modo esponenziale, per cui oggi evadere la corrispondenza ci prende molto più tempo rispetto a quando usavamo lettere o fax. Per questo molti esperti di produttività definiscono le email delle vere sanguisughe di tempo.

    💡 A tal proposito, Cal Newport ha scritto un testo molto interessante dal titolo Un mondo senza email in cui ci invita a cambiare completamente il modo in cui usiamo questo strumento.

    Tornando al paradosso della modernità, come possiamo spiegare che l’accelerazione tecnologica pur riducendo il tempo necessario per un’azione ci sta in realtà privando ancora di più del nostro tempo?

    Accelerazione, capitalismo e competitività

    Per Hartmut Rosa, l’accelerazione tecnologica e sociale sono la logica conseguenza di un sistema sempre più competitivo. Siamo abituati a parlare di competizione tra aziende, ma in realtà possiamo osservare  la competitività anche tra i singoli individui. Oggi si lotta con gli altri membri della società per ottenere un lavoro, un reddito più alto, beni di consumo, una prenotazione al ristorante, un posto a buon prezzo su un aereo o in un hotel, il successo dei nostri figli e persino per conquistare e conservare il proprio partner o i propri amici.

    In questa lotta competitiva, l’accelerazione gioca un ruolo cruciale, perché in molti contesti la velocità, l’efficienza e la reattività possono permetterci di ottenere vantaggi competitivi e aiutarci a mantenere la nostra posizione.

    Si lotta spesso per mantenere la propria posizione e non per migliorarla

    E vale la pena sottolineare che molte persone si sentono in competizione con gli altri, non tanto per ottenere di più, ma per conservare ciò che hanno perché hanno il sentimento che le nostre vite sono molto più precarie, instabili e fragili rispetto al passato. L’esempio classico riguarda la paura di perdere un lavoro ben pagato rispetto alla media con la conseguente riduzione del proprio tenore di vita.In realtà, la pressione sociale e la competizione non sono gli unici fattori che spiegano l’accelerazione.

    L’accelerazione e la promessa di una vita eterna

    Secondo Hartmut Rosa, nella nostra società moderna secolarizzata in cui la religione ha perso il suo ruolo centrale per molte persone, l’accelerazione funge da equivalente funzionale della promessa della vita eterna.
    Gli esseri umani oggi percepiscono un divario enorme tra il numero di esperienze e possibilità offerte dal mondo e il tempo limitato della vita del singolo.

    La soluzione più ovvia a questo problema sembra quindi essere l’accelerazione del ritmo di vita perché se viviamo due volte più veloce, allora ci serve solo la metà del tempo per portare a termine un obiettivo o vivere una determinata esperienza. E di conseguenza possiamo avere la sensazione di raddoppiare la somma delle esperienze e quindi della nostra vita. In altre parole, l’accelerazione si fonderebbe sull’idea inespressa che accelerare possa aiutarci a vincere il problema della finitezza della nostra vita e quindi della morte. Ovviamente si tratta di un’illusione come ben spiega Rosa in questo libro:

    Questa è, oserei dire, una delle tragedie dell’individuo moderno: sentirsi imprigionato in una ruota da criceto, mentre la sua fame di vita e di mondo non è mai soddisfatta, ma anzi gradatamente sempre piú frustrata.

    IDEA #3 – Il rischio di alienazione

    Al di là di questa frustrazione, l’accelerazione della società moderna può causare un problema ben più grande, ossia la cosiddetta alienazione.
    Di alienazione aveva già parlato Karl Marx, sostenendo che il sistema capitalistico causava l’alienazione dell’uomo dal suo agire, dalla natura, dagli altri esseri umani a da se stessi. Partendo proprio dalle argomentazioni di Marx, Hartmut Rosa sostiene che l’accelerazione sociale produce varie forme di alienazione.

    Alienazione dallo spazio

    In primo luogo, l’accelerazione può causare Alienazione dallo spazio. Un tempo, la vicinanza fisica era importante, ma oggi possiamo vivere vicino ad un perfetto estraneo ed avere il nostro migliore amico dalla parte del globo. Poi cambiamo spesso casa e lavoro, perdendo quindi quella familiarità con i luoghi che costituisce un importante punto di riferimento.

    Alienazione rispetto alle cose

    Esiste poi un’alienazione rispetto alle cose… in passato, conservavano alcuni oggetti per un tempo molto lungo. Molte persone avevano la stessa auto per decenni e usavano gli stessi dispositivi per tanto tempo… se si rompevano, li si riparava stabilendo una relazione molto forte con essi. Oggi ripariamo sempre di meno le nostre cose… se il computer, la stampante o lo smartphone si rompono, li sostituiremo subito con nuovi dispositivi. Questi oggetti rimangano alieni rispetto a noi, anche perché man mano che gli oggetti diventano più sofisticati li comprendiamo e padroneggiamo sempre meno. La maggior parte degli oggetti che ci circonda ci rimane alieno.

    Alienazione rispetto al nostro agire

    E poi esiste un’alienazione rispetto al nostro agire. In ogni manuale, ogni contratto che firmiamo o medicina che assumiamo, c’è sempre l’invito a leggere attentamente delle informazioni prima di procedere… ma poiché non abbiamo il tempo e vogliamo andare veloci, non lo facciamo. Anche le nostre azioni quindi diventano aliene e padroneggiamo sempre meno il nostro agire. Spesso dobbiamo interfacciarci con oggetti che non comprendiamo davvero…

    E aspetto ancora più sorprendente, spesso non facciamo quello che vogliamo davvero. Ci impegniamo in attività che non ci danno grandi soddisfazioni, senza che nessuno ci costringa. Uno studio citato nel libro aveva rilevato che molte persone che passano ore davanti alla TV, in realtà avrebbero voglia di dedicarsi ad attività che regalano loro molta più soddisfazione.

    Per me questa forma di alienazione rispetto alle nostre azioni raggiunge proporzioni assurde sui social media: ormai sono gli algoritmi di Instagram e TikTok a decidere cosa guardare e capita spesso di rendersi conto di aver passato molto più tempo di quanto si voleva su YouTube o su Facebook perché tutto è progettato per tenerci sempre più incollati a dei contenuti che non scegliamo davvero.

    Possediamo tantissimi libri e abbiamo a disposizione tutta la musica del mondo su Spotify, ma non riusciamo a digerire questa mole immensa di contenuti, perché digerire consuma tempo. L’accelerazione ci spinge a preferire l’acquisto di un nuovo libro, alla lettura di un libro che già possediamo. Alla fine tendiamo a dimenticare quello che vogliamo davvero fare e diventare e ci facciamo guidare dalla logica della gratificazione istantanea, assecondando l’accelerazione sempre più presente in tutti gli ambiti della nostra vita. Perdiamo così di vista il senso delle cose che sono per noi autentiche, care e davvero importanti.

    Alienazione rispetto al tempo

    Siamo alienati anche rispetto al tempo, perché la maggior parte delle nostre esperienze oggi sono super veloci. Quante volte tornati a casa iniziamo a fare zapping per ore o guarda un film lasciando trascorrere il tempo senza nemmeno accorgersene. Il tempo passa sempre più in fretta nell’esperienza ma si contrae anche nella memoria perché vivere una serie di esperienze brevi e in cui non siamo davvero connessi con ciò che facciamo non genera esperienze degne di essere ricordate.

    Capita spesso anche con i contenuti che consumiamo su internet: un podcast o un video lungo saranno capaci di lasciarci molto di più che un video corto su Instagram o TikTok in cui tutto è breve, veloce e immediato e non lascia alcuna traccia nella nostra memoria. Nel libro leggiamo:

    Walter Benjamin aveva identificato questa tendenza già quasi un secolo fa. In tedesco egli poteva distinguere tra Erlebnissen (cioè episodi di esperienza) ed Erfahrungen (esperienze che lasciano un segno, che si connettono alla nostra identità o sono rilevanti per essa e per la nostra storia; esperienze che ci toccano e cambiano chi siamo). E suggeriva che ci stavamo avvicinando a un’epoca ricca di Erlebnissen e povera di Erfahrungen…

    Questo significa che diventiamo sempre più ricchi in termini di quantità di esperienze, ma sempre piú poveri di esperienze realmente vissute. E in questo modo il tempo non solo scorre veloce ma scompare anche dalla memoria.

    Questa situazione rende difficile appropriarci del nostro tempo… viviamo esperienze veloci e immediate che ci restano aliene e che ci portano a sviluppare forme più o meno gravi di alienazione da noi stessi.

    Alienazione da sé e dagli altri

    L’ultima e probabilmente più preoccupante forma di alienazione è quella da sé e dagli altri. Ormai riusciamo a relazionarci sempre meno con gli altri. Abbiamo centinaia di amici su Facebook ma quasi nessuno da poter chiamare se stiamo male ,o abbiamo un grosso problema. Le nostre relazioni sono sempre più superficiali, soprattutto se viviamo in una grande città.

    Nella società dell’accelerazione, siamo disposti facilmente ad andare a bere una cosa con qualcuno, ma non abbiamo di sicuro il tempo o la voglia di ascoltare per ore i problemi di quella persona. Le relazioni profonde e le amicizie durature lasciano il posto alle conoscenze superficiali, a rapporti effimeri con persone che vediamo pochissime volte e che sono li solo per farci compagnia.

    Conclusioni

    Risulta chiaro allora che se siamo alienati rispetto allo spazio, al tempo, agli oggetti che ci circondano, alle azioni che compiamo e alle altre persone, allora rischiamo seriamente di sviluppare un’alienazione rispetto a noi stessi. Un’alienazione che conduce spesso a depressioni, burn-out e vari problemi psicologici. La realtà che viviamo è silenziosa, non riusciamo a viverla appieno, a sviluppare una connessione e tutto ci diventa sempre più alieno e estraneo.

    Di fronte a tutto questo, è assolutamente necessario  reagire rispetto all’accelerazione e cercare delle soluzioni per non correre il rischio di cadere nelle forme di alienazione appena descritte.
    Ma qual è la soluzione? Qual è l’antidoto?
    È quello che vedremo nel prossimo articolo in cui ti parlerò di un altro libro di Hartmut Rosa, in cui il sociologo e filosofo tedesco cerca di fornire queste risposte per aiutarci a vivere ciò che egli definisce una vita buona

    Recensione di Accelerazione e alienazione di Hartmut Rosa

    Piccola premessa: sono un grande estimatore dell’opera e del pensiero di Hartmut Rosa. Accelerazione e alienazione è l’opera in cui il sociologo e filosofo tedesco spiega in maggiore dettaglio la sua brillante teoria dell’accelerazione. Se uno degli scopi della sociologia è aiutarci a comprendere la società e i suoi mutamenti, allora questo volume centra in pieno il bersaglio. Rosa spiega con acume e lucidità perché tutto accelera intorno a noi, sottolineando le conseguenze di questo mutamento epocale del nostro modo di vivere e fare esperienza della realtà.
    Un’opera non di facilissima lettura ma che risulta estremamente interessante a avvincente per chiunque voglia comprendere appieno numerose dinamiche che ciascuno di noi può osservare nel suo quotidiano.

    Ecco i voti della mia recensione di Accelerazione e alienazione:

    Utilità5.0 / 5.0
    Facilità di lettura3.5 / 5.0
    Rapporto tempo/benefici4.0 / 5.0
    Media4.0 / 5



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